Saremo capaci di fare sistema?
L'anno che verrà nelle parole di mons. Giacomo Canobbio, delegato vescovile per la cultura
Prefigurare quanto avverrà nel 2018 per quanto attiene alla cultura non è così semplice, anche perché si ha la percezione che molti soggetti si muovano individuando percorsi di carattere pseudoculturale, ritenendo che in questo modo si promuova la cultura a Brescia. Probabilmente c’è un’idea di cultura corrispondente alla percezione che si ha dell’esistenza e cioè semplicemente come espressione a spot degli impulsi che ci si porta dentro. In verità cultura è qualcosa di impegnativo, riguarda il sistema simbolico dentro il quale le persone umane interpretano e costruiscono la loro esistenza.
Ciò comporterebbe, qualora si volesse prefigurare il 2018, che ci si metta insieme e si provi a pensare quale progetto umanistico si voglia introdurre nella mente e nel cuore dei cittadini. Il 2018 è un anno che può essere occasione opportuna.
Negli ultimi tre anni, attraverso Corpus Hominis, si è cercato di costruire una rete che, attraverso diverse iniziative, potesse far capire il rapporto che c’è tra la Chiesa che è corpo di Cristo, e la città che è il corpo dei cittadini. Il progetto, forse, non ha raggiunto gli obiettivi sperati, non è riuscito a insinuarsi dentro le pieghe delle molteplici iniziative dei diversi soggetti in causa.
Alla luce di questo occorrerebbe forse riflettere se non valga la pena di sedersi attorno a un tavolo e provare a interrogarsi su quale città veramente si voglia costruire, come si pensa di recuperare la tradizione del passato.
Oggi sembra che tutto proceda secondo la fretta e secondo l’intenzione particolare di gruppi, senza riuscire a mettere insieme un orizzonte condiviso. Sembra che la vivacità culturale sia intensa, in verità si procede semplicemente a spot. La comunità cristiana e la Chiesa bresciana potrebbero avere il compito, almeno al loro interno, di creare un corpo che prefiguri un orizzonte di città che tragga le sue motivazioni attingendo alle radici del passato. Le opere d’arte che abbiamo, tutta la tradizione culturale che la città di Brescia piò vantare potrebbero diventare fonte di ispirazione per creare percorsi di sapienza.