Santuario Valverde, luogo di devozione
Una pubblicazione a cura di don Sandro Gorni ripercorre il racconto dell'apparizione della Beata Vergine nel 1399. Don Raffaele Maiolini aggiunge una meditazione e una rilettura teologica della sacra rappresentazione
“La storia, in quanto scienza, non ha mai potuto prevalere fin dai tempi antichissimi sul mito e sul miracolo”. È con questa citazione di mons. Antonio Fappani che il parroco di Virle, don Sandro Gorni, apre la prefazione del libretto per il Santuario della Beata Vergine di Valverde, di cui è curatore.
Sì, il mito e il miracolo costituiscono la linfa dalla quale prende vita il racconto dell’apparizione del Cristo Redentore e della Madonna della Misericordia al bifolco nei pressi del “Laghetto” della Valverde. L’evento risale al luglio del 1399 ed è stato tramandato fino ad oggi. Ogni anno viene rievocato proprio al Laghetto con una rappresentazione sacra al termine della solenne processione.
Don Raffaele Maiolini ne redige una rilettura teologica, dalla quale emergono alcune “pillole di spiritualità”. Tra queste spicca il processo contrattuale tra una Maria apparentemente più morbida e un Gesù più duro. Gesù ordina al bifolco di gettare i tre pani nel lago (la peste, la fame e la guerra), mentre la Vergine rimanda indietro il contadino per chiedere la misericordia di Dio. Questa contrattazione è figlia della volontà di Gesù di scendere a patti con l’uomo per far sì che apprezzi il valore di quel che Egli propone. Lo stesso avanti e indietro del contadino suggerisce l’esigenza del cammino che il discepolo deve compiere nella fede. Infine, in accordo a un tema tanto caro a Papa Francesco, la giustizia divina coincide con la misericordia: è questo, secondo don Maiolini,” il messaggio più importante da custodire”.
Il libretto narra anche della seconda apparizione ai due bambini del 1711, per finire poi con la storia dell’edificazione del Santuario nel 1615 e della strada che lo congiunge a Rezzato, risalente al 1635.