Santità, orizzonte del nostro futuro
Nell’incontro con i vicari zonali, il Vescovo ha sottolineato i temi del prossimo anno pastorale per il quale sta scrivendo una lettera dedicata alla santità
“Mi piacerebbe che la santità diventasse l’orizzonte dei prossimi anni, l’orizzonte verso il quale cammineremo. Anche perché la santità è la forma autentica dell’umanità, è l’umanità trasfigurata è il convivendo del progetto originario di Dio sull’umanità stessa; è l’umanità nella luce della grazia; è l’umanità redenta che porta a compimento il progetto sull’umanità creata”. Così si è espresso il vescovo Pierantonio nell’ultimo incontro con i vicari zonali. Nel suo intervento ha ribadito anche l’intenzione di trovare parole nuove per ridare significato e vitalità a un termine, santità, che “crea immediatamente distanza soprattutto da parte dei giovani: la parola santità non dice molto ai giovani, ma neanche ai nostri adulti, dichiara qualcosa di suggestivo e interessante ma distante. Occorrerebbe recuperare quest’aspetto, che cioè si tratta di qualcosa che ci riguarda, è la forma bella della vita”.
Il titolo della Lettera, nelle intenzioni, vuole recuperare la bellezza della vita come dimensione costitutiva della santità. Il punto di partenza sarà la preghiera, che rende concreta la santità. “L’anno prossimo ci concentreremo sulla preghiera. Parleremo della preghiera come costitutiva della santità stessa”. Negli anni successivi verranno toccati alcuni aspetti, in particolare l’eucaristia e la celebrazione domenicale, la dimensione dell’interiorità e la dimensione comunitaria. Saranno accennati già nel testo della Lettera, perché Tremolada vuole “superare l’idea che la trattazione di un solo argomento accantoni gli altri”.
La scelta di parlare della santità è nata prima dell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate di Francesco, ancora durante l’omelia di ingresso di Tremolada. “La nostra pastorale deve avere due binari fondamentali ovvero concentrarsi sullo sguardo di Cristo e avere la santità come stile di vita e come elemento qualificante della Chiesa nel suo rapporto con il mondo. Il mondo fa fatica a capire cosa significhi che la Chiesa è apostolica e cattolica, ma quando capisce che è santa allora… Paolo VI diceva che abbiamo bisogno di preti santi non di maestri. Mi piacerebbe nei prossimi anni camminare insieme nella santificazione personale e come Chiesa. E poi tutto questo si è intrecciato anche con la bella e attesa notizia della canonizzazione di Paolo VI”.