Referendum, meglio confrontarsi
L’Ufficio per l’impegno sociale sollecita in un comunicato ufficiale le parrocchie e le associazioni ad offrire approfondimenti sul Referendum
Occasione di confronto. Nella prospettiva di tutela della Costituzione e di un suo studio migliorativo, già si posero i padri costituenti. Sulla loro traccia possiamo utilizzare l’occasione del referendum per partecipare, semplicemente perché ci sentiamo cittadini, parte viva della nostra nazione. È l’occasione per rispolverare il desiderio di conoscere e comprendere, liberi da lacci e lacciuoli che ora, esasperando, rischiano di non renderci maggiormente coscienti e con il desiderio ambizioso, se volete, ma non marginale, di pensare e cercare come rendere migliore il nostro paese da protagonisti. Riprendendo vari interventi del nostro Vescovo, dovremmo avere davanti una unica prospettiva ben precisa: Che Italia avremmo se vincesse il sì, migliore o peggiore? E come diverremmo se vincesse il no? Dice ancora il Vescovo: “D’altra parte la storia non procede in linea retta; se ci sono dei cambiamenti che migliorano la qualità umana della società, ce ne sono anche altri che la peggiorano o addirittura la mettono a rischio... Bisogna avere chiari quali sono gli obiettivi della vita comune sapendo che le esistenze delle persone si intrecciano necessariamente e quindi che le scelte di ciascuno influiscono, poco o tanto, sul bene di tutti, positivamente o negativamente. Non è possibile che il criterio supremo delle scelte sia la soddisfazione dei desideri individuali perché questi confliggono inevitabilmente. Abbiamo bisogno di analisi oggettive e lucide; di proposte creative e intelligenti; di decisioni realistiche e responsabili. E soprattutto abbiamo bisogno di un amore sincero verso gli altri, di una difesa appassionata della vita e della convivenza umana”. (Dall’omelia del 31 dicembre 2015).
L’invito. Siamo consapevoli che non è facile offrire strumenti che rendano fruibile una materia complessa come il diritto costituzionale, ma questo hanno voluto i Padri Costituenti ed a questo onere/onore siamo chiamati, come cristiani, da cittadini, da persone appassionate al bene comune. In merito l’Ufficio per l’impegno sociale della diocesi, sollecita le associazioni cristiane e le parrocchie, perché offrano momenti di approfondimento e condivisione su queste grosse questioni evitando la sola lettura politica, strumentale al momento che stiamo vivendo. Serenità e serietà, equilibrio ed onestà intellettuale, se questo sarà lo stile che prevarrà, crediamo che il Paese che uscirà dal voto di ottobre avrà fatto un passo avanti. Comunque finisca, sarà un nuovo inizio.
MARIO BENEDINI
08 lug 2016 00:00