Portare speranza
Sabato 29 ottobre don Claudio Andreoletti con la Santa Messa delle 16 fa il suo ingresso nella comunità di Mazzano. Ecco le sue prime parole
“Mi piace partire con lo slancio e l’entusiasmo delle persone”. Don Claudio Andreoletti ha le idee chiare sulla nuova missione che sta per intraprendere. Non ha intenzione di percorrere un cammino già predefinito, ma piuttosto “vuole mettersi in ascolto e pregare con le persone”. Il fare è solo una diretta conseguenza di un clima positivo, del piacere di stare insieme come comunità. E questo don Claudio l’ha appreso nelle sue due precedenti esperienze (Borgo San Giacomo dal 1998 al 2005 e Quinzano dal 2005 al 2016). “Sì, ho imparato – confida – ad ascoltare le persone e a non preoccuparmi troppo delle cose burocratiche. Ho imparato che è molto importante instaurare un clima positivo dove tutti lavorano volontieri, solo così la comunità cresce”. Le sue prime attenzioni sono rivolte alle famiglie e, soprattutto, alle persone sole, alle persone che “hanno perso, per una serie di motivi, la speranza”. Portare speranza là dove si fatica non è certo una missione semplice. Il compito dei sacerdoti è “di seminare piccole parole di speranza, senza fare grossi proclami. Il cammino si vede camminando, perché solo così si legge quello che funziona e quello che non funziona”. Il presbitero originario della parrocchia di Frontignano ha avuto la fortuna di incontrare, in questi anni, molti sacerdoti, che “mi hanno testimoniato la fedeltà alla preghiera e alla Chiesa. Molti sono lontani dai riflettori, ma sanno stare e vivere con i ragazzi. Ecco da loro ho appreso un modo di stare con le persone. Devo anche dire che anche i miei compagni di ordinazione (1998) sono tutti impegnati a testimoniare e a vivere la speranza”.
La pastorale giovanile. Forte della sua lunga esperienza a stretto contatto con i giovani, don Andreoletti guarda con interesse alla pastorale giovanile vocazionale, che non può essere limitata alla sola parrocchia di Mazzano. “Se pensi di proporre qualcosa ai giovani, devi comprendere che sono gli stessi ragazzi che coinvolgono gli altri giovani. Ho visto anche alla Gmg che dall’incontro possono nascere delle belle esperienze. I giovani, del resto come diceva don Bosco, attirano i giovani”.
Il passato. Inevitabile uno sguardo indietro nel tempo. “Mi è dispiaciuto lasciare Quinzano lì dove ora sono stati coinvolti molti giovani. Mi sono sempre, però, lasciato guidare dai superiori, anche perché non posso chiedere a un bambino di obbedire ai propri genitori, se poi io sono il primo a non farlo. Mi sono fidato dei miei superiori e ora inizio questo nuovo percorso”..