Poliambulanza: preghiera all'Immacolata
Una preghiera all’Immacolata per affidare l'ospedale “Poliambulanza”. Soprattutto in questo difficile momento. Fino all'8 dicembre, Festa dell'Immacolata, si può pregare la novena. E’ significativo che ben 300 anni fa nella zona dove sorge ora la Poliambulanza c’era già una chiesetta proprio dedicata all’Immacolata.
Preghiera all'Immacolata
Maria Immacolata, grazie al tuo “Sì”, Dio è entrato nella storia e continua a entrare nei nostri cuori. A Te, che vinci ogni male, chiediamo la forza per affrontare con cuore coraggioso questo difficile tempo di pandemia. A Te domandiamo l’energia necessaria per lottare contro le paure, il senso di smarrimento e lo scoraggiamento. A Te confidiamo la sofferenza di tante famiglie provate, dei malati e delle persone che vivono nella solitudine. Ti affidiamo il nostro ospedale, i malati che sono ricoverati, gli operatori sanitari e tutti coloro che qui lavorano. Alle tue mani ci consegniamo, certi/e della tua materna protezione e intercessione presso il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.
La cappella di S. Maria Immacolata
Il territorio della pianura, dove sorge ora l’Ospedale Poliambulanza, a sud della città di Brescia, era dedicato alla agricoltura, per i terreni fertili e produttivi; vi era anche la presenza di una cascina, chiamata “Morana”, dal cognome del fondatore Giacomo Morani, all’inizio del ‘700. L’edificio è stato inglobato nella nuova costruzione dell’Ospedale ed è stato restaurato con competenza e saggezza tanto da recuperare lo stile originario, mostrando così la bellezza dell’architettura settecentesca con i portici sostenuti da eleganti colonne in marmo botticino. Sicuramente la parte migliore del fabbricato impreziosiva la dimora della famiglia dei facoltosi proprietari Morani. Anche le logge, le stalle, i fienili, i granai, i solai, la scuderia, la cantina e le abitazioni delle famiglie contadine e del fattore sono state recuperate e trasformate in laboratori, aule, sale per conferenze, uffici e abitazioni per i Sacerdoti Cappellani, salvando però tutto quanto era parte integrante della struttura e del progetto iniziale. Una ampia aia e un giardino alberato sono circondati da mura di pietre e di mattoni, che fanno ancora bella vista di sé dopo tre secoli dalla costruzione.
Oggi la cascina si presenta fedele all’antico manufatto necessario per il lavoro e la vita contadina, a cui si aggiunge il fascino spirituale di un monastero benedettino.
Alla parte nobile del fabbricato è stata aggiunta la Chiesetta, che può essere chiamata anche Cappella o Oratorio. Nella civiltà contadina era viva la religiosità, sia dei proprietari, sia dei contadini, tanto che le cascine più importanti erano arricchite di un luogo di culto e di preghiera per essere vicini a Dio in modo personale ma anche comunitario.
In quel tempo il territorio faceva parte della importante ed estesa parrocchia cittadina di S. Afra in S. Eufemia, che aveva un abate parroco nominato dal Vescovo di Brescia. Veniva poi inserito religiosamente nella nuova parrocchia della Volta Bresciana, coi patroni i Santi Pietro e Paolo, ufficialmente nata il 29 agosto 1803.
La Cappella della “Cascina Morana” era dedicata alla a S. Maria Immacolata; la devozione era già viva e proposta ai fedeli, probabilmente anche attraverso la Madonna raffigurata sulla pala ovale, ad olio su tela, sopra l’altare, di cui è rimasta solo l’elegante cornice e dove da tempo campeggia una bella statua della Madonna di Lourdes. Tra la cappella e il fabbricato rurale vi è conservata l’antica e semplice sagrestia, a servizio del Sacerdote celebrante e della liturgia.
L’Enciclopedia Bresciana, curata di mons. Antonio Fappani, riporta quanto segue: “Con la guida di P.A. Di Vora si possono elencare le cappelle del territorio, la prima delle quali è la “Cascina Morana” (in via Romiglia).
Fino agli anni ’60 del secolo scorso vi si celebrava la Messa l’11 Febbraio, memoria della Madonna Immacolata del Santuario di Lourdes e dal 1992 anche giornata mondiale dedicata agli ammalati. Poi, col declino della cascina, la cappella veniva utilizzata come ripostiglio.
Dalla facciata che guarda la strada è stato asportato il portale in pietra. Sopra vi è una lapide in botticino nella quale si legge: “Giacomo Morano, nell’anno 1722, dedicò al nome dell’Immacolata Madre di Dio; a comodo suo e dei suoi.” Fu poi proprietà dei Pirlo, e, in seguito, dei Gussago. Abbandonata, venne assorbita nella costruzione della nuova Poliambulanza. L’Oratorio è stato degnamente restaurato e restituito al culto nel 2001.”
La facciata è rivolta ad est e guarda la strada che vi passa accanto, facilitanto l’ingresso in cappella delle famiglie contadine anche delle cascine vicine, per la partecipazione alla celebrazione della S. Messa, senza obbligare i fedeli ad entrare attraverso la cascina Morana.
Il testo completo della lapide sulla facciata della Cappella porta questa iscrizione in latino: “NUMINI AAC NOMINI \ ALMAE DEI PAP.AE \ IACOBUSS MORANUS \ D. D. \ A G \ SUI SUORUM e VE \ COMODO \ P. G. \ ANNO MDCCXXII”.
“Alla maestà, anzitutto al nome \ del Celeste Protettore Padre \ GIACOMO MORANI \ dedica a Dio \ in campagna \ per se stesso, per i suoi, per la parentela \ a comodità \ per riconoscenza \ Anno 1722 ”
Pertanto, su questa lapide della facciata, non viene menzionata la dedicazione a S. Maria Immacolata, ma certamente la devozione mariana è iniziata già nel 1722 con la costruzione della Cappella, ed è proseguita fino ai nostri giorni come si evince da documenti cartacei. Nell’archivio vescovile di Brescia vi è uno scritto che al riguardo offre una testimonianza scritta importante: si tratta della visita pastorale del vescovo mons. Giacinto Tredici, effettuata il 26 e 27 febbraio 1938. Alla domanda del questionario sulle chiese sussidiarie, Oratori, Cappelle private, il parroco della Volta Bresciana don Giuseppe Miglioli scrive: “IMMACOLATA al Pirlo” cioè “Cappella della IMMACOLATA alla Cascina Morana” divenuta proprietà della famiglia Pirlo.
La Provvidenza di Dio ha donato alla nuova Poliambulanza, costruita sui terreni della “Cascina Morana,” anche la Cappella dedicata a S. Maria Immacolata, Madre dei sofferenti e dei malati e di quanti operano per alleviare le sofferenze del prossimo. Il Papa Santo Giovanni Paolo II nella Lettera istitutiva della Giornata del malato il 13 maggio 1992 afferma: “la giornata è un momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il volto di Cristo, che soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità”. Ringraziamo la Provvidenza Divina per questo meraviglioso dono.