Per riflettere sui legami familiari
"La farfalla e l’aquilone” è il libro di don Comini: il ricavato finalizzato alla realizzazione e gestione della casa-famiglia “l’Isola che non c’è”
“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”. Questa, la frase, tratta dal monologo “Novecento” di Alessandro Baricco, con cui il pubblico, assai numeroso, è stato introdotto a un’insolita ma significativa presentazione del libro di don Giorgio Comini, “La farfalla e l’aquilone”. “Ho desiderato presentare questa mia opera durante una vera e propria festa della famiglia, dedicata a Papa Paolo VI, alla presenza di moltissime persone, con ognuna delle quali ho stretto, negli anni, importanti legami ordinari”, ha detto don Comini, all’inizio della serata.
“Il libro narra di legami familiari, di bellezza, di responsabilità, ma anche di assenza, di dramma, di fatica ed è nato, principalmente, per tre motivi. In primo luogo, mi ha sempre affascinato l’idea che la nostra prima casa sia stata il corpo di un’altra persona e volevo parlare di legami, come questo, che sono in grado di cambiare il mondo. In seconda istanza, desideravo aiutare i miei lettori ad approcciarsi a un importante documento, quale l’Humanae Vitae, cambiando la loro prospettiva e aiutandoli a leggerla con gli occhi di figli. Infine, ho scritto questo libro per poter sostenere, anche economicamente, un progetto diocesano ideato dall’Ufficio per la famiglia, per la realizzazione e la gestione della casa-famiglia ‘l’Isola che non c’è’. L’opera si apre con una dedica – continua – che ognuno di noi può ritenere rivolta a se stesso e al bambino che è stato: il formato leggero e i caratteri, che cambiano colore, rendono più semplice la lettura di un’opera scritta sotto forma di favola, perché possa far sognare coloro che la leggeranno”.