Per essere nuove creature in Cristo
Il Vescovo ha pubblicato la lettera finale sull’iniziazione cristiana. Il 6 maggio ci sarà un convegno dedicato al Centro pastorale Paolo VI
“Se uno è in Cristo, è una nuova creatura”. Il vescovo Monari ha consegnato al consiglio presbiterale la lettera sull’iniziazione cristiana. Nell’introduzione è lo stesso Monari che ricorda la genesi di un percorso iniziato 10 anni fa e per il quale si è sentita l’esigenza di un primo bilancio. “La ricerca guidata dagli esperti dell’Università Cattolica, alla quale hanno collaborato molti preti, catechisti, genitori, ci ha offerto abbondanti dati che sono stati offerti alla riflessione delle nostre comunità. Con questa lettera, che ho sottoposto al vaglio del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale diocesano, intendo rilanciare il cammino per il futuro, facendo tesoro delle osservazioni che sono emerse e accogliendo alcuni suggerimenti”. La premessa ribadita più volte dal Vescovo è che l’Icfr è sì un documento importante ma non esaurisce tutta l’attività pastorale. Dal punto di vista sociologico è evidente che “il contesto familiare e sociale non sono più in grado di garantire l’integrazione religiosa delle nuove generazioni. Lo scopo del nuovo modello di Icfr – scrive Monari – è di trasformare la catechesi tradizionale dei ragazzi (di tipo scolastico) in una forma di itinerario di tipo catecumenale (di tipo esistenziale).
Passare, però, dalla teoria alla prassi non è semplice. Ecco perché l’Ufficio per la catechesi con il suo direttore don Roberto Sottini sottolinea che questa lettera, ora, deve essere letta e metabolizzata nei consigli pastorali zonali, parrocchiali e delle unità pastorali “condividere e rilanciare le istanze del Vescovo”. La scelta più impegnativa del progetto di Icfr è il coinvolgimento dei genitori nel cammino di fede dei figli. A questo proposito, don Sottini auspica “un maggiore coinvolgimento delle famiglie, una valorizzazione della dimensione della preghiera, della familiarità con la Parola di Dio e una maggiore partecipazione all’eucaristia”, fulcro della comunità cristiana. “Ci sono aspetti positivi come il coinvolgimento delle famiglie e dei genitori. Il Vescovo ha confermato in maniera puntuale quanto espresso nel modello con tutte le attenzioni che bisogna avere per rendere più efficace la finalità di fondo dell’iniziazione cristiana: introdurre pienamente alla vita della comunità e alla partecipazione piena all’eucaristia. Cresime ed eucaristia restano unite. L’eucaristia è indicata come culmine del cammino di iniziazione. E su questo è importante che continuiamo a camminare”.
I sacramenti. Il problema di più difficile soluzione e sul quale si sono appuntate le obiezioni maggiori è quello dell’età in cui offrire ai ragazzi i sacramenti. C’è chi chiedeva di anticipare la comunione e chi di posticipare la cresima per non perdere troppo presto i ragazzi, “ma la proposta di rimandare la cresima per tenere stretti i ragazzi più a lungo nasce dalla rassegnazione”. L’eucaristia – spiega il Vescovo – è “una roba da grandi. L’eucaristia contiene un’esistenza (quella di Gesù) nella forma del dono di sé; vuole produrre un’esistenza (quella del cristiano adulto) che si sviluppa nel dono progressivo di sé”. Rimane in vigore l’impianto dell’Icfr così come descritto dal Direttorio del 2007. “L’intento è di offrire ai ragazzi un’introduzione alla vita cristiana responsabile, legata a un atto di fede personale e a un impegno libero e consapevole”.