Pellegrini in Turchia, luogo dell'annuncio
Pellegrini in Turchia, luogo cardine dell'annuncio cristiano. Sono 80 i fedeli bresciani che accompagnano il vescovo Pierantonio Tremolada alla scoperta della Turchia (11-18 giugno). Nella prima Messa, ad Ankara, il vescovo Tremolada si è soffermato sull'importanza, nella storia della Chiesa, di questi territori, che, già ai tempi dell’Impero Romano, erano ricchi di civiltà. Vennero percorsi da San Paolo che ebbe il compito di evangelizzare le comunità. Ma, come ha sottolineato mons. Tremolada nell'omelia, non possiamo parlare dell' "Apostolo delle genti" senza citare San Barnaba nel giorno della memoria liturgica.
"Gesù muore sulla croce. Poi il terzo giorno, la mattina del giorno dopo il sabato, che verrà chiamato domenica (dies Domini), alcune donne vanno al Sepolcro per pregare e forse anche con l’intenzione di ungere il corpo, ma vedono che la pietra non c’è: il corpo di Gesù non è presente e Gesù apparirà ai suoi discepoli. Dopo 40 giorni, Gesù ascende al cielo, rimane cioè presente ma in modo non più visibile. I discepoli, impauriti, sono ancora riuniti e forse non avevano capito bene la promessa di Gesù sulla discesa dello Spirito Santo. Da quel punto, parte la storia della Chiesa. La comunità di battezzati cresce, celebrando qualcosa di nuovo che noi chiamiamo eucaristia".
Il primo martire che cade sotto la persecuzione è Stefano. "Mentre viene ucciso, un giovane, Saulo (che è una riformulazione di un nome ebraico Saul, che fa riferimento al famoso re), presente alla lapidazione, ritiene che il martirio sia giusto, perché crede che i nazareni siano una setta da eliminare". Nei giorni successivi, "Saulo si incammina verso Damasco" alla ricerca dei cristiani da perseguitare, ma succede qualcosa che gli cambia completamente la vita. "Un fatto che nelle sue lettere racconta raramente, ma che invece, San Luca, ritenendolo fondamentale, lo racconta per tre volte nel libro degli Atti degli apostoli. Quando Saulo, che diventerà poi Paolo, viene colto dalla rivelazione, la sua vita cambia profondamente: ecco perchè si parla di conversione di San Paolo. Quel Gesù crocifisso che lui perseguitava, che riteneva inaccettabile, diventa il Signore, colui nel quale e grazie al quale noi abbiamo ricevuto la salvezza. Lo ha incontrato vivo, è stato abbagliato da una luce sfolgorante e la sua vita cambierà per sempre. Dopo questo episodio, infatti, San Paolo manifesterà la sua totale fede, annunciando che Gesù è il Messia. A questo punto, anche lui inizierà ad essere perseguitato".
Quando torna a Gerusalemme, le stesse comunità cristiane lo tengono a distanza, non si fidano di lui. L’unico che si fida è San Barnaba. "Paolo deve lasciare Gerusalemme perché accusato di tradimento, così va nella sua città natale, Tarso. Da Gerusalemme, alcuni dei perseguitati arrivano ad Antiochia di Siria, la terza città al tempo per importanza dopo Roma e Alessandria. Arrivano e parlano di Gesù. "Si costituisce così, anche in quel luogo, una comunità. Quando i cristiani vengono a saperlo, mandano Barnaba, anche perché lui, originario di Cipro, conosceva bene Antiochia e Tarso. Arrivato, vede i frutti dell’annuncio del Vangelo ed, essendo un uomo di fede, è molto felice, perchè riconosce la grazia di Dio. Barnaba è anche una persona umile: riconosce che c'è qualcuno ancora più incisivo di lui e va a Tarso a chiamare Paolo. Dopo averlo difeso a Gerusalemme, insomma, adesso gli chiede di andare ad Antiochia. Paolo va e, piano piano, prende il sopravvento. Ma Barnaba non è geloso, anzi è contento: riconosce il valore e la fede di Paolo".
Nel libro degli Atti degli Apostoli si dice anche che Barnaba era il soprannome. Il suo nome era Giuseppe. "Le prime comunità hanno un cuore solo e un anima sola: quando una persona aveva dei beni, li metteva a disposizione". Barnaba non era da meno. "Aveva venduto un campo e il compenso lo aveva messo a disposizione di tutti. Uomo generoso, umile, capace di riconoscere le doti degli altri, aperto a quella sapienza e capacità di agire che viene da una fede profonda: aveva un alto senso della Chiesa del Signore".
"Nei prossimi giorni, avremo modo di capire meglio il ruolo di Barnaba per Paolo. Paolo è l’apostolo delle genti: ha portato il Vangelo in tutta questa zona e poi in Europa, in particolare in Grecia. E Barnaba lo accompagnerà". In questo passaggio, si può trovare l’ultima caratteristica importante di Barnaba, cioè "la capacità di condividere la fede".