Pellegrini in preghiera alla Casa della Madonna
Per i pellegrini in viaggio in Turchia insieme al vescovo Pierantonio è il giorno della salita alla collina degli Usignoli, dove si venera la “Casa della Madonna”, secondo la tradizione efesina. Dopo la visita alle famose cascate pietrificate e ai resti delle rovine della Necropoli di Hierapolis romana, il gruppo ha raggiunto Efeso.
Arrivati alla “Casa della Madonna” per la celebrazione, i pellegrini sono stati accolti da Antonietta, laica consacrata di Salerno al “servizio della custodia della Madonna – ha spiegato -. Noi siamo qui per pregare la Madonna: è lei che opera, come una mamma buona che conosce i propri figli, e risolve ogni cosa”. Gli scritti affermano che la madre di Dio abbia raggiunto Efeso con Giovanni. “La Madonna è venuta qui e pregava. Noi, oggi, vediamo tanti miracoli nascosti, ma che in realtà sono grandi e che lasciano il segno. È emozionante vedere come Maria operi e trasformi le cose quotidianamente. Per esempio, in questo posto, vediamo un segno chiaro della Madonna: la pace tra musulmani e cristiani che pregano contemporaneamente, nello stesso luogo, in un clima di pace”.
Efeso è una città centrale per la storia cristiana. "Qui, sono passati e hanno vissuto alcune tra le persone più importanti del Cristianesimo dopo Gesù - ha affermato mons. Tremolada nell'omelia -. Paolo ha fondato qui una comunità cristiana. San Giovanni, l’autore del quarto Vangelo, a cui è stata affidata Maria, l'ha portata qui".
Nel suo discorso ai fedeli, il vescovo si è soffermato proprio sulla figura della Madonna, "a cui vorremmo dedicare il pensiero di questa celebrazione eucaristica per cercare di approfondire la prospettiva di fede che l’ha accompagnata e il grande mistero di grazia che ha operato in lei. Abbiamo ascoltato, dal Vangelo di Luca, l’episodio della visita di Maria ad Elisabetta: Maria viene a sapere dall’angelo Gabriele che Elisabetta attende un figlio ed è al sesto mese; questa notizia la rallegra profondamente e vuole andare a farle visita perché vuole comunicarle che anche lei, con ogni probabilità, attende un figlio. Il particolare interessante della vicenda è che, quando Maria arriva ed entra nella casa di Zaccaria, Elisabetta la anticipa. Si legge infatti: 'Sentì il bimbo sussultare nel grembo, fu colma di Spirito Santo ed esclamò: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo'. Insomma, non riceve la notizia da Maria, ma già la conosce, o meglio, la intuisce perché il bimbo nel suo grembo sussulta. Questo bimbo è Giovanni il Battista, colui che precederà il Signore Gesù e sarà il suo precursore. Intuiamo, quindi, che questo incontro è antutto un incontro tra i due figli, prima che tra le due madri".
Mons. Tremolada si è soffermato anche sulla "umiltà di Maria nel riconoscersi piccola davanti a Dio che la rende grande, la più grande tra le donne e le creature. Le feste mariane, se le consideriamo nella loro sequenza, ci dicono infatti questo: si inizia con la Festa dell’Immacolata Concezione (colei che viene concepita senza peccato originale) e si finisce con la Festa dell’Assunta. Maria entra nella gloria avendo percorso nella fede quel cammino che il Signore le ha tracciato".
Ma non è tutto: è necessario, ha specificato ancora il vescovo, aggiungere un’altra verità. "C’è un altro brano del Vangelo di Giovanni che ci racconta di come la madre di Gesù diventi la madre di tutti. Quando Gesù sta morendo crocifisso, ai piedi della croce, c’è solo un discepolo, quello che Gesù amava, Giovanni. Poco prima di spirare, Gesù si rivolge a lui e dice: 'Figlio ecco tua madre' indicando la Madonna. Poi, si rivolge alla Madre e dice 'Donna ecco tuo figlio'. Da quel momento, 'la prese tra le cose più care', cioè tra le realtà che lo costituivano come discepolo. Questo passaggio è molto importante perché riguarda anche noi e vuole significare: tutti quelli che nel futuro saranno miei discepoli potranno contare sull’esperienza della maternità di Maria, come la Madonna è stata madre per Gesù, il Signore desidera che lei sia madre di tutti i suoi discepoli. Così Giovanni diventa una figura rappresentativa: è come se in lui venissimo identificati tutti quanti noi. Ciò che Gesù dice è rivolto a ciascuno di noi. Il fatto che poi Giovanni abbia preso con sé la Madonna e l’abbia portata ad Efeso rende ancora più evidente questa realtà: Maria ci accompagna e noi siamo con lei. La nostra esperienza di fede nel Signore ha bisogno del suo aiuto".
Infine, mons. Tremolada si è soffermato sul titolo, attribuito a Maria dalla tradizione, di "Maddona addolorata". "La sofferenza del Signore sulla croce è indescrivibile, come lo è la sofferenza della Madonna di fronte alla morte del figlio. In quel momento, Maria si sarà ricordata che il vecchio Simeone, quando avevano portato al tempio il bambino, aveva detto: 'A te una spada trafiggerà la tua anima'. Infatti, la tradizione rappresenta la Madonna con le spade che le trafiggono il torace. L’amore di Dio per l’umanità trova nella figura di Maria un suo soggetto privilegiato. Quando pensiamo alla sofferenza del mondo non dimentichiamo che c’è una madre che la sostiene con noi. Lei, che è la madre di tutta l’umanità, è anche quella che costantemente si lascia trafiggere dal dolore dei suoi figli con la speranza, con la consolazione, con quella fede che l’ha resa, oltre che Madre addolorata, anche l’Assunta al cielo nella pienezza della gloria. Vorrei che, in questa celebrazione, ci ricordassimo di tutte le persone che ci sono care, soprattutto quelle che stanno soffrendo, affidando a tutti l’intercessione della Vergine Maria. Vorrei chiedere l’iintercessione della Madonna affinchè il Signore accompagni la nostra chiesa, la chiesa universale, Papa Francesco e il cammino di tutte le famiglie, l’impegno dei genitori per i loro figli e l’impegno di chi si fa carico dei bisognosi”.