Paolo VI, un educatore per tutte le età
La singolare vacanza estiva della comunità Pier Giorgio Frassati di Brescia
La vacanza estiva proposta dalla Comunità “Pier Giorgio Frassati” di Brescia è stata l’occasione per “incontrare” la figura di Giovanni Battista Montini che ha guidato la barca di Pietro, in un momento di profonda crisi umana e spirituale, regalando al mondo l’Humanae Vitae, uno scritto profetico e quanto mai attuale. Un’esperienza che ha permesso un “mio Paolo VI” originale, condiviso e frutto di un approfondimento di gruppo. Sono tanti gli aspetti della persona di Paolo VI che ci hanno colpito, a partire dal suo programma vita, la lettera Spiritus Veritatis del 1931 inviata ad alcuni aderenti alla Fuci che ricoprivano incarichi di responsabilità. È una regola di vita proposta agli studenti impegnati nel lavoro intellettuale e, pertanto, rivolta agli universitari di tutti i tempi. Le quattro direttive – morale, intellettuale, spirituale e sociale – sono la regola unificatrice e liberatrice degli anni di formazione e la fonte per una coscienza universitaria che si fa metodo e vita. Da essa emerge la necessità di portare i pensieri “più in alto”, di applicare un deciso vigore “per tener libera la mente da dubbi futili, da abbandoni pessimisti, da fantasmi impuri, da intenzioni astute, doppie, egoiste, da pigrizia di ricerca e di riflessione”. Uno scritto, abbiamo appreso, a cui farà seguito, nell’omelia del 29 giugno 1972, un’altra provocazione riferita al lavoro intellettuale, spesso impantanato nel dubbio e nell’incertezza e, perciò, incapace di guidare alla verità: “Dalla scienza, che è fatta per darci delle verità che non distaccano da Dio ma ce lo fanno cercare ancora di più e celebrare con maggiore intensità, è venuta invece la critica, è venuto il dubbio. Gli scienziati sono coloro che più pensosamente e più dolorosamente curvano la fronte. E finiscono per insegnare: “Non so, non sappiamo, non possiamo sapere”. La scuola diventa palestra di confusione e di contraddizioni talvolta assurde”. È proprio questa la provocazione di papa Montini che una studentessa universitaria desidera portare oggi nel proprio ateneo, per vivere l’esperienza dello studio con la stessa curiosità e la stessa tensione ideale che chiede la ricerca della verità per la propria vita: “Se studiando matematica arriviamo a cercare la verità nelle cose più astratte, perché ci arrendiamo così facilmente nella ricerca della verità sulla nostra vita?”. È facile, infatti, cadere nella distrazione e nel quieto vivere per evitare le battaglie più difficili da combattere, dentro e fuori di noi. Battaglie che invece Montini ha accolto in ogni età, a partire dagli anni giovanili, da Assistente ecclesiastico del Circolo Cattolico Universitario: non poteva fare politica, ma faceva cultura senza arretrare di un passo, preparando così la futura classe dirigente dell’Italia, generando personalità come quella di Aldo Moro, scontrandosi con il regime fascista, che intendeva accentrare l’educazione in mano al partito. Da Papa accolse la sfida del Concilio Vaticano II; affrontò gli anni seguenti il 68’ con grande fede e coraggio, pur trovandosi spesso in mezzo alla bufera portata non solo dai movimenti rivoluzionari, ma anche da un progressivo allontanamento dell’umanità dalla fede. In quegli anni ebbe l’intuizione della necessità di un’antropologia integrale nell’amore umano, condannando qualsiasi forma di contraccezione nell’enciclica Humanae Vitae. Il “nostro Paolo VI”, incontrato nei suoi scritti, ha accolto ogni battaglia con fede, ha portato la sua croce con coraggio, ha saputo parlare ed educare ogni generazione, guidando la Chiesa in mezzo alla tempesta.