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Brescia
di REDAZIONE 26 set 2024 10:19

Ordinazioni diaconali: Nicola Penocchio

Sabato 28 settembre alle ore 10, presso la Cattedrale di Brescia, si terranno quattro ordinazioni diaconali. Conosciamo Nicola Penocchio della parrocchia di San Michele Arcangelo a Cailina.

Quali sono stati gli incontri e i momenti decisivi che ti hanno indicato la strada del seminario?

Per quanto sia difficile raccontare brevemente la mia storia, sicuramente la generosità di Dio per aver messo sulla mia strada tanti fratelli e tante sorelle che, forse inconsapevolmente, un po’ alla volta, mi hanno aiutato a crescere nella mia vita umana, nella mia vita spirituale; ho preso seriamente in mano la domanda sul ‘cosa fare della mia vita’ verso la fine delle scuole superiori in parte provocato dalla felicità di tante storie, di tante vite che mi erano accanto. Mai dimenticherò due incontri che custodisco con gratitudine nel cuore. Il primo con un prete davanti a una pizza al quale chiesi: perché ti sei fatto prete?  Perché sei felice? Da lì la ricerca di queste domande anche sulla mia vita. La seconda è avvenuta in un carcere minorile dove ho fatto una esperienza di volontariato con la mia parrocchia dove ho conosciuto il cappellano di quest’istituto, don Niccolò che ha parlato alla mia insicurezza perché mi chiedevo: "Entro o non entro in seminario?"; "E se poi sbaglio cosa succede?". Ecco, don Niccolò mi ha fatto capire che, quando ci si mette sui passi di Gesù alla scuola dell’amore, non si perde mai tempo, lo si investe sempre. Mi ha dato così coraggio e questo ha determinato la mia scelta di entrare in seminario.

Pensando alle persone incontrate, alle relazioni, a questi incontri, ecco: se ti trovassi di fronte a tutte queste persone che, in modi diversi, ti hanno aiutato a camminare su questa strada, cosa diresti loro?

Nel tentare di rispondere alla tua domanda, davanti ai miei occhi scorrevano le immagini di tanti volti. La mia famiglia, tanti sacerdoti, tanti amici, le parrocchie dell’unità pastorale, quelle incontrate nel servizio pastorale, tanti poveri. A loro devo, innanzitutto, dire grazie, credo. Ho riscoperto questa parola quest’estate perché sono andato a fare un’esperienza missionaria in Mozambico dove dicono frequentemente “obrigado” che significa grazie; la usano davvero tanto e l’ho scoperta anch’io quindi direi proprio a loro: "Grazie". Il mio "eccomi", il mio "si", è impastato della loro vita e di ciò che mi hanno donato. Porto questo sentimento di gratitudine al Signore per quello che sono stati loro per me.


REDAZIONE 26 set 2024 10:19