Nuova proposta per percorsi generativi
Don Giovanni Milesi, direttore dell’Area per la crescita della persona, racconta le modalità per accompagnare nella crescita i giovani
Negli ultimi due anni la Diocesi si è interrogata su come accompagnare nella fede i ragazzi. Un primo frutto di questo discernimento si è avuto, lo scorso anno, con la pubblicazione del testo “Futuro Prossimo”, nel quale sono state indicate alcune concrete linee di pastorale vocazionale a favore dei nostri giovani. Nel documento si scrive che si vuole “guardare ai giovani con simpatia, non in modo istintivamente critico o lamentoso. I giovani non sono un problema ma una risorsa. Non viene prima la complessità dell’attuale situazione giovanile ma la sua potenzialità, nell’ottica della grazia di Dio che sempre opera nei cuori”.
Don Giovanni, un anno fa veniva pubblicato il documento “Futuro Prossimo”. Purtroppo la pandemia ha rallentato la sua applicazione: quali saranno le prossime sfide?
Stava germogliando, ma ha subito la gelata della pandemia. È un tema che lasciamo nel posto segreto del cuore per poi rimetterlo a fuoco in estate, non appena ci saranno le condizioni per riprendere un cammino di cui si sente tanto il bisogno. Vogliamo consegnare ai nostri giovani il futuro della nostra Chiesa.
Il cammino educativo presuppone un accompagnamento vocazionale. In queste pagine raccontiamo anche la trasformazione del Seminario Minore.
La Diocesi, dopo un lungo discernimento, ha cercato di trovare la modalità migliore per accompagnare, nella maniera più fedele possibile a questo tempo, gli adolescenti che hanno il desiderio bello di diventare amici di Gesù e magari anche sacerdoti. Stiamo cercando di trovare la via migliore. Riformuleremo la proposta perché possa essere generativa di percorsi belli così come lo è stato fino ad oggi il Seminario Minore.
L’intenzione è di valorizzare le comunità vocazionali sul territorio?
La scommessa è di riportare dentro il territorio l’attenzione vocazionale. Il sogno è di formare alcuni luoghi e persone che possano accompagnare, il più vicino possibile alla realtà in cui vivono, i nostri giovani perché possano diventare delle persone belle secondo il Vangelo.
Nella settimana in cui si ricorda San Giovanni Bosco molte comunità si attivano per vivere dei momenti di riflessione sul versante dell’educazione.
Quest’anno anche la Settimana educativa soffre la situazione che stiamo vivendo. È una bellissima tradizione, mortificata purtroppo in molti oratori per il Covid. Questa Settimana può essere dedicata a tutti gli educatori che, nonostante tutto, ci credono e stanno tentando in tutti i modi di accompagnare le giovani generazioni. Per gli educatori è una settimana di rivisitazione del senso del loro impegno educativo. Si soffre con il desiderio di ritornare a incontrare i giovani, i ragazzi e le loro famiglie.