Noè, l’impegno laicale nel mondo
In occasione del quarto anniversario della morte Mcl ha voluto ricordare con una celebrazione la figura di Ghidoni. Le parole di don Andrea Andretto
Sono già passati quattro anni da quando Noè ci ha lasciati, ma la sua presenza nel Movimento è sempre viva ed incisiva. Il suo pensiero lungimirante e la sua testimonianza di cattolico fedele al Magistero della Chiesa ed immerso nella realtà del suo tempo ci indicano la strada. Possiamo dire che Noè, anche dopo la sua morte, continua ad aiutarci. Per ricordarlo e ringraziare Dio di avercelo donato, lo scorso sabato 8 giugno ci siamo ritrovati nella chiesa di S. Luca in città per partecipare ad una S. Messa a lui dedicata.
L’ha celebrata don Andrea Andretto, che partendo dal Vangelo e riflettendo sull’immagine del discepolo Giovanni chinato sul cuore di Gesù, ha ricordato come ha vissuto Noè, la sua esperienza intima di fede e il suo impegno nella Chiesa. Queste le parole di don Andrea.
Chiesa. “Per aiutare il lettore nel riconoscimento, l’evangelista identifica Giovanni con un ruolo ben preciso che quest’ultimo ha assunto nell’ultima cena: quello di rimanere chinato sul petto di Gesù, per sapere chi lo tradiva. Il discepolo è colui che non ha paura a chinarsi sul petto di Gesù, per ascoltarne il ritmo del cuore, i battiti, le ansie, le angosce, i desideri. Anche Noè a suo modo ha cercato di vivere un’esperienza privilegiata di intimità con il Signore. Due indizi me l’hanno rivelata: il posto che Noè sceglieva in Chiesa. Gli permetteva di cogliere con un solo colpo d’occhio il tabernacolo, l’altare maggiore, l’ambone, sua moglie. Il posto che sceglieva non era quello della prima fila, ma quello più defilato. Anche il posto parlava del modo con cui egli pensava il ruolo del laicato nella Chiesa: pienamente inserito nelle vicende del mondo, insieme ai volti che lo abitano, ma con lo sguardo fisso sul sacrificio che dona senso alla storia: quello di Gesù di Nazareth.
Abbonato. Noè era un fedele abbonato ad un piccolo fascicolo che permetteva la lettura e la meditazione delle scritture. Alla scuola dei grandi padri Piamartini, tra tutti il padre Narciso Barlera, ha imparato il ruolo imprescindibile delle Scritture Sante nella vita e nella spiritualità del credente. Solo chi ha passione per le scritture può cogliere il ritmo del cuore di Gesù, tanto da avere un orecchio così fine per riuscire a scorgere quali siano i tradimenti palesi della società del nostro tempo e quali siano invece quei percorsi che forse possono viaggiare in sintonia con il ritmo del cuore Dio. In definitiva Noè ha mostrato che la Dottrina Sociale della Chiesa, non è questione di retorica, di frasi fatte, di slogan da ripetere senza intelligenza. L’impegno laicale nel mondo, per la questione del sociale, nasce dall’ascolto intimo delle scritture, del ritmo eucaristico del cuore di Dio, e della tradizione apostolica. Per Noè questa non è stata una teoria, ma una missione, un compito. Noè ha capito il suo compito e l’ha vissuto fino in fondo senza avere la pretesa di sostituirsi alla gerarchia. Proprio come colui che ha compreso l’essenza del servizio ecclesiale del laicato, ha aiutato con le sue parole e con i suoi gesti, a pensare la fede con il punto di vista privilegiato di chi ha vissuto nel mondo, e nel mondo del lavoro… Non possiamo dimenticare la sua decisiva battaglia per il giorno della domenica come giorno di riposo, fino al condividere la sorte di coloro che, per lavorare, hanno dovuto subire l’ingiustizia della malattia.
Identità. In un tempo in cui facciamo fatica a pensare la questione dell’identità, e di una identità stabile, commemorare Noè per noi significa riconoscere che il dialogo con il Vangelo può far maturare la propria missione nel mondo, una missione che è unica, originale, irripetibile, e dunque che non deve conoscere la gelosia per quello che fanno gli altri”. Da tutto il Movimento Cristiano Lavoratori un grazie a Noè per averci ricordato che è dal Vangelo che dobbiamo partire ed al Vangelo dobbiamo sempre ritornare.