Nessuno può separarci dall'amore di Cristo
Penultimo giorno in Turchia per gli ottanta pellegrini che, lo scorso 11 giugno, sono partiti insieme al vescovo Tremolada alla volta della terra turca, crocevia tra Asia e Europa e terra di incontro tra religioni diverse.
Nella notte di ieri, il gruppo ha raggiunto Istanbul. La giornata di oggi è cominciata, anzitutto, con la S.Messa, celebrata nella chiesa di Sant'Antonio da Padova di Istambul. Davanti alla facciata, i pellegrini hanno potuto ammirare una statua in bronzo raffigurante Papa Giovanni XXIII: Angelo Giuseppe Roncalli, il “Papa Buono”, frequentò la chiesa di Sant'Antonio (dal 1934 al 1944) mentre esercitava la funzione di delegato apostolico in Turchia. Ad Istanbul é ricordato ancora oggi con l'appellativo di “amico dei Turchi” per il grande sentimento d'amore e di rispetto che provava per questa popolazione.
Nell'omelia, il vescovo ha proseguito la narrazione sulla missione evangelizzatrice di Paolo in terra turca. Dopo aver ricordato le parole del Santo nella Lettera ai Romani, dove viene spiegato chiaramente cosa si intenda per Vangelo e per peccato, mons. Tremolada ha aggiunto "un'altra verità che si può leggere nella Lettera ai Roman, ma che era già stato affermato nella lettera ai Galati. Paolo, ad un certo punto, aveva voluto isolarsi a causa di una situazione che lo rattristava: nelle comunità della Galazia che lui aveva fondato e che poi aveva visitato più volte, alcuni giudeo-cristiani che provenivano da Antiochia volevano convincere tutti che bisognasse circoncidersi e che la salvezza dipendesse dall’osservanza della Legge. Tutto questo, Paolo non lo poteva accettare. Anzitutto, perchè non sempre si era in grado di osservarla. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci salvi, che ci dia la forza necessaria per fare il bene: quella forza è Cristo risorto".
Paolo, infatti, riflette molto sulla potenza del Cristo risorto, che in realtà viene a coincidere con quella dello Spirito Santo. "Il Cristo, ovvero Gesù, ha vissuto in mezzo a noi, aveva un volto preciso, ma dopo la crocifissione non ci è più concesso vederlo. La potenza del Cristo risorto ci raggiunge attraverso lo Spirito Santo, di cui noi facciamo esperienza anche se non riusciamo a percepirlo concretamente. Lo Spirito Santo è il mistero stesso di Dio che opera nella dimensione interiore di ciascuno di noi, dialoga con la nostra libertà e intelligenza, suscita in noi i veri sentimenti, quelli che poi ci portano a fare il bene. Insomma, continua l’opera del Cristo risorto, oltrepassando i limiti del tempo e dello spazio. Lo Spirito Santo è capace, dialogando con la libertà, di condurre le persone a fare il bene, piano piano togliendo loro il desiderio del male, rendendoli quindi capaci di offrire quella buona testimonianza di cui c’è bisogno. Questo lavoro di purificazione del cuore e del desiderio e poi questa forza che è necessaria per compiere ciò che è giusto, ci viene dallo Spirito Santo che continua l’opera di Gesù".
Il vescovo Tremolada, nell'omelia, si è poi soffermato a precisare che "se parliamo di potenza della resurrezione del Signore, se diciamo che questa potenza continua nel tempo e nello spazio grazie allo Spirito Santo, questa esperienza di potenza di rinnovamento e di purificazione interiore va ricondotta a un’esperienza di amore. 'Chi ci separerà dall’amore di Cristo?' dice Paolo, scrivendo ai romani. Quando siamo nel pericolo, quando abbiamo di fronte il rischio di essere perseguitati, quando siamo in situazioni difficili e non riusciamo nemmeno a districarci, lì una cosa rimane vera e salda: nessuno ci può separare dall’amore di Cristo". Non solo: "Chi si sente amato, allora è capace d’amare. E si rende conto che non può che fare del bene quando si riceve del bene. Questa è l’esperienza di grazia che contraddistingue il cristianesimo".
Il modo in cui ci si dispone in quest’azione di grazia, attraverso la quale nello Spirito Santo ci raggiunge l’amore di Dio in Cristo Gesù, si chiama Fede. "La Fede è l’accoglienza fiduciosa, un’apertura di cuore per quest’azione che ci accompagna sempre. La fede permette a Gesù il risorto di attirarci a sé. Non è qualcosa di astratto, ma un atto di fiducia che prende la forma di uno spirito di vita, un modo di vivere per cui si capisce che una persona ha fede. E Dio si mantiene in un atteggiamento di fiducia nei confronti di colui che manifesta un amore potente, trasformante, per creare le condizioni per cui tutto questo sia efficace. Ciò vuol dire credere. Per fede, insomma, s’intende quest’azione di grazia che, per la potenza dello Spirito Santo, ci raggiunge nella forma di un’esperienza di amore: sentirsi amati da Dio, Padre nostro, ci consente di agire secondo la sua volontà, ma non perché la via esterna ce lo impone, ma perché il nostro cuore non può fare a meno di rispondere con l’amore, l’amore che ha ricevuto".
La giornata è proseguita con la gita sul Bosforo in battello, la visita del Palazzo di Topkapi, storica residenza dei sultani ottomani, in splendida posizione sul promontorio tra il Corno d'Oro ed il Mar di Marmara e la cisterna di Giustiniano.