Nella canonica quattro giovani educatori
Da febbraio, nella canonica di Sopraponte a Gavardo, è nata “Casa Don Bosco”, un’esperienza rivolta a tutti i giovani in cerca della propria vocazione, disposti a condividere la quotidianità. L’idea nasce da Barbara Tavola, Ruggero de Angelis, Maddalena Verna e Denise Polidini, provenienti da province diverse, ma uniti dall’Oratorio delle Ande, un gruppo dell’Operazione Mato Grosso che ha come obiettivo l’animazione degli oratori in Italia. Questi quattro giovani (dai 25 ai 30 anni), un paio d’anni fa, hanno espresso il desiderio di creare una comunità di vita. Questo progetto si fonda su quattro aspetti: l’oratorio, la carità, la vita semplice e la preghiera. Oltre a lavorare autonomamente, si occupano, quindi, dell’animazione negli oratori (due nell’unità pastorale di Gavardo e due a Prevalle); svolgono lavori caritativi, come il giardinaggio, per un paio di pomeriggi a settimana, il cui ricavato è devoluto all’Operazione Mato Grosso; convivono in maniera semplice e si dedicano alla preghiera comunitaria (dalle Lodi la mattina, al Compieta serale). Una volta a settimana, invece, su richiesta del Vescovo e di don Leonardo Farina (vicario episcopale territoriale), vivono un momento più profondo di spiritualità, a partire dalla Parola di Dio: “per esempio, – racconta don Luca, curato di Gavardo – in questo periodo di Quaresima, animano la lectio divina della parrocchia, il martedì. Partecipano poi alla Messa domenicale nelle parrocchie in cui prestano servizio e, almeno una volta a settimana, seguono le celebrazioni a Sopraponte o a Vallio Terme”. I quattro ragazzi hanno dato il via al progetto e si impegnano a mantenerlo per un anno, “ma l’invito è rivolto a tutti gli universitari, che hanno superato i 20 anni, disposti a seguire questo percorso di discernimento, che richiede una certa maturità”, prosegue don Luca. Possono, quindi, investire alcuni anni della propria vita o solo alcuni mesi, con la guida di don Leonardo, seguendo le orme di Don Bosco e della carità cristiana. Esperienze simili si possono vivere anche in altre parrocchie, come a Ospitaletto, che propone “CustodiAMO l’Oratorio”, a Nave con “Piano di Sopra” e a Rezzato che avanza “Giovani in Oratorio”. La finalità è la stessa: è un’opportunità per sperimentarsi in autonomia, al di là della famiglia, per imparare la condivisione, lo spirito di servizio e per svolgere un cammino di crescita interiore. Sono tutti progetti appoggiati dalla Diocesi, ma, rispetto a Gavardo, questi ultimi “sono legati più ai giovani del paese e il servizio è destinato solo all’oratorio della parrocchia in cui vivono. La Casa Don Bosco – conclude don Luca – ha un respiro più ampio e si interessa dell’intera zona, andando oltre l’unità pastorale, e arrivando anche a Prevalle”.