Missionari da Nobel
Sabato 22 ottobre, dalle 9.30, nel complesso di via Piamarta 9 a Brescia la cerimonia di consegna del premio Cuore Amico
Sabato 22 ottobre, alle 9.30, si rinnova presso il complesso “di San Cristo” dei Padri Saveriani in Via Giovanni Piamarta 9 a Brescia, l’appuntamento con il Premio Cuore Amico, il Nobel dei missionari che quest’anno arriva al traguardo delle 26 edizioni.
Istituzione. Il premio venne, infatti, istituito nel 1991 per celebrare i 10 anni di vita dell’Associazione Cuore Amico Fraternità Onlus. A volerlo fu il suo fondatore don Mario Pasini, con lo scopo, scriveva allora il sacerdote, “non tanto dell’aiuto economico ai missionari, ma di richiamare l’attenzione e l’impegno degli italiani sull’attività missionaria, silenziosa ma grandiosa opera della Chiesa per la promozione dei poveri del mondo”.
Tre. Ancora una volta, alla vigilia della Giornata missionaria mondiale, con l’assegnazione del Nobel dei missionari, l’associazione Cuore Amico Fraternità pone l’accento su coloro che si impegnano ogni giorno nella vita e nell’attività di missione. Tre, come da tradizione, i premiati di quest’anno, a cui andranno i 150mila euro di dotazione del riconoscimento.
Premiati. La congregazione delle Missionarie della Carità, i Frati Minori della Custodia di Terra Santa ed Enrico Rigosa, laico dell’Operazione Mato Grosso sono i destinatari della 26ª edizione del Premio Cuore Amico. Le Missionarie della Carità, fondate da madre Teresa di Calcutta, canonizzata da poche settimane, devolveranno i fondi ricevuti in Africa Centrale (Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Camerun, Sud Sudan). Si tratta di zone particolarmente bisognose, dove le “piccole matite” di Madre Teresa di Calcutta sono fortemente impegnate in aiuto di ammalati, mendicanti, bambini e anziani.
I Frati Minori della Custodia di Terra Santa hanno scelto di destinare il premio al sostegno delle attività di assistenza sanitaria, materiale e spirituale per gli abitanti della città di Aleppo, in Siria, martoriata da una guerra civile che sembra non trovare una soluzione.
A chiudere la terna dei premiati è Enrico Rigosa, laico dell’Operazione Mato Grosso. Dopo una prima esperienza in Brasile con il movimenti pensata dal salesiano don Ugo De Censi, nel 1990 parte per il Perù alla volta della comunità di San Luis, sulle Ande, nella Cordillera Blanca.
Nel Paese andino Enrico Rigosa e la sua famiglia si dedicano alla creazione di laboratori per ragazzi affetti da ritardo mentale o da disabilità fisica e, contestualmente, altre attività educative, tanto che oggi, all’interno della parrocchia di San Luis, sono presenti 12 laboratori d’arte, doposcuola per i bambini, un orto e una serra per la coltivazione dei fiori in cui trovano un lavoro circa 60 persone.
Il laico premiato dall’associazione Cuore Amico onlus si dedica da anni anche all’assistenza dei carcerati e proprio a questi ha deciso di devolvere quanto riceverà per il Nobel missionario che gli è stato assegnato.