Le scritture sono un dono per la vita
Nella lettera pastorale 2021-2022 intitolata “Il tesoro della Parola” il vescovo Pierantonio esorta le comunità a riprendere in mano la Bibbia
La Santità (Il bello del vivere), l’Eucaristia (Nutriti dalla bellezza), la rilettura spirituale della pandemia (“Non potremo dimenticare”) e ora la Parola di Dio (“Il tesoro della Parola. Come le scritture sono un dono per la vita”) da sviluppare in due anni. Qual è, Eccellenza, il filo rosso che guida il percorso delle sue prime lettere pastorali?
Il filo rosso è dato dalla prima lettera. Il bello del vivere, cioè la santità, dà la prospettiva. Il mio desiderio è di contribuire a fare in modo che come Chiesa si possa vivere insieme un percorso di santificazione condivisa.
Nella “Dei Verbum” si spiega che se con l’assidua frequenza del mistero del mistero eucaristico si accresce la vita della Chiesa, è lecito sperare che dalla venerazione per la Parola di Dio possa arrivare un nuovo impulso alla vita spirituale…
Nella conclusione di “Dei Verbum” ci si augura che, anche attraverso il testo della Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione, ma più in generale attraverso le iniziative che verranno accuratamente pensate, all’interno della Chiesa si operi questo slancio spirituale. Un rilancio spirituale dell’esperienza di fede cristiana potrà avvenire grazie alla riscoperta della Parola di Dio.
In “Evangelii Gaudium” il Papa scrive che è indispensabile che la Parola di Dio diventi sempre di più il cuore di ogni attività ecclesiale… E questo è il compito delle nostre comunità?
Mi piacerebbe che fosse così. Nei brani della Sacra Scrittura, nei Vangeli in particolare, c’è una carica di vita che è straordinaria, perché si parla di esperienze che le persone vivono. Queste esperienze diventano per noi uno specchio: possiamo confrontarci con quello che lì viene vissuto per comprendere meglio ciò che stiamo vivendo. La Lectio Divina non è leggere per imparare qualcosa, ma leggere per condividere ciò che è stato vissuto, in modo tale da venirne illuminati. La partecipazione a ciò che lì viene raccontato si compie proprio quando si riesce a fare una Lectio Divina. La mia paura è che questa diventi una formula bella, ma un po’ vuota. Il desiderio espresso nella Dei Verbum è che la Parola di Dio diventi patrimonio del popolo di Dio, in particolare attraverso l’esperienza di questa lettura che introduce nel mistero di Dio che si rivela della vita. È divina per questo: è una lettura che avviene avendo consapevolezza che incontriamo Dio che si rivela e che ci fa comprendere il senso delle cose.
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