Lab Missio 2022: Vivere per Dono
Il 26 maggio al teatro Agorà di Ospitaletto il confronto tra Salvatore Attanasio e mons. Christian Carlassare
Giovedì 26 maggio, alle ore 20:30, il teatro Agorà di Ospitaletto, in Piazza S. Rocco, 10, ospita il “LabMissio 2022”, promosso dall’Ufficio per le missioni. Il tema scelto per l’edizione quest’anno è “Vivere per Dono”, in consonanza con il tema del prossimo Festival della Missione. In continuità con l’edizione dello scorso anno, il laboratorio missionario propone un dialogo tra parole e musica con mons. Christian Carlassare, vescovo di Rumbek, che sarà in collegamento video dal Sud Sudan, dove lo scorso anno, a pochi giorni dal suo arrivo nella diocesi che papa Francesco gli aveva affidato, è stato vittima di un attentato, e Salvatore Attanasio, che sarà presente in sala, padre dell’ambasciatore italiano in R.D. Congo Luca Attanasio, rimasto ucciso in un agguato il 22 febbraio 2021.
Grazie al contributo musicale dell’acoustic band “Daddy’s Gotta Go” e alla moderazione di Stefano Femminis, responsabile dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Milano, i testimoni racconteranno il significato dell’essere dono e del saper perdonare. L’evento si colloca nel contesto del percorso di animazione missionaria della Diocesi e dei Giovedì della Missione, animati dagli istituti missionari presenti a Brescia. Da ultimo, le testimonianze ci parleranno dei due luoghi che saranno oggetto del prossimo viaggio missionario di Papa Francesco nel prossimo mese di luglio, proprio in Sud Sudan e in R.D. Congo. Al Lab Missio sono attesi i gruppi missionari presenti nelle parrocchie, i giovani che si stanno preparando alle esperienze estive proposte dall’Ufficio per le missioni. L’ingresso è libero.
Lo scorso anno, al ritorno in presenza dopo i limiti imposti dalla pandemia il Lab Missio aveva ospitato un’altra voce significativa dell’impegno missionario, quella di padre Gigi Macalli che davanti alla platea riunita nel Teatro Santa Giulia del VIllaggio Prealpino aveva raccontato l’esperienza del rapimento tra Niger e Burkina Faso, per opera di una formazione jihadista legata ad Al Qaeda, nella notte tra il 17 e il 18 settembre 2018. Era poi stato liberato in Mali l’ 8 ottobre del 2020. Quella portata al Lab Missio non era stata la semplice cronaca dell’esperienza del rapimento, ma anche una riflessione ad alta voce su ciò che di positivo quella pagina della sua vita gli aveva lasciato: “Io penso – erano state le sue parole – che il deserto mi abbia fatto questo regalo: innanzi tutto una forte comunione con le tante vittime innocenti. Ho pregato per questi ragazzi e continuo a farlo, non ho mai sentito odio nei loro confronti”.