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Brescia
di MARIO TREBESCHI 05 lug 2024 10:41

La scoperta degli Archivi parrocchiali

Ha riscosso vivo interesse un laboratorio di ricerca storica condotto dall’Archivio Storico Diocesano di Brescia, nei mesi di febbraio e marzo. Un buon numero di appassionati, giovani e meno giovani, ha aderito, oltre le aspettative, tanto che si è dovuto distribuire i richiedenti in due tornate di incontri. L’oggetto di studio sono stati gli archivi parrocchiali. Un tema per nulla social, ma che si è rivelato attrattivo per parecchie persone. L’occasione è stata data dal deposito momentaneo in Archivio diocesano dell’archivio parrocchiale di Tremosine Pieve. L’idea è venuta immediata: perché non dare la possibilità di visionare documenti a ricercatori interessati e coinvolgerli anche in un tentativo di schedatura e di riordinamento? L’obiettivo non è stato, quindi, di dare nozioni generali sull’importanza della memoria storica degli archivi, ma di mettere i corsisti direttamente a contatto con i documenti originali: vedendo, toccando e sfogliando ci si rende conto del loro valore e nasce la curiosità di conoscere il mondo di cui fanno parte, appunto la parrocchia, con le sue istituzioni. Ci si è trovati, quindi, a trattare con i registri dei battesimi, matrimoni e morti risalenti al 1500, compilati secondo normative del Concilio di Trento.

Si sono riscontrate le cause di morte dei secoli scorsi, in cui la vita era sempre ai limiti della sopravvivenza. Si sono conosciute le associazioni del Santo Sacramento, della dottrina cristiana e altre che erano espressione di culto e di insegnamento, ma anche occasione di scambi sociali e di intrattenimento, in tempi in cui le giornate passavano monotone tra lavoro e povertà: il sacro diventava spesso anche spettacolo. I documenti tremosinesi testimoniano la diligenza della popolazione nel mantenere le numerose chiese di cui quel territorio è costellato, frammentato in una decina di frazioni riunite in 4 parrocchie, Pieve, Sermerio, Voltino, Vesio. I corsisti hanno potuto accostare anche una corposa documentazione dell’amministrazione parrocchiale antica, contenenti persino la copia medievale di una bolla del 1186 del papa Urbano III, che concesse all’arciprete di Tremosine la riscossione delle decime nel territorio di sua competenza. Ci si è imbattuti in parecchie cartelle ben conservate della fabbriceria, dell’800, ancora sull’amministrazione, che era tenuta da laici, senza il parroco, secondo rigide norme governative.

La fabbriceria funzionava bene, perché era controllata dall’autorità prefettizia. Non così sarà nel Novecento, quando l’amministrazione passò totalmente nelle mani del parroco: qui i documenti sono scompaginati e i corsisti hanno dato il loro apporto a mettere ordine nel bailamme di carte accumulate spesso senza logica. Intervento opportuno che ha contribuito a mettere in rilievo le varie opere, specie quella dell’oratorio, della seconda metà del Novecento, una vera impresa storica per la zona, che è diventato un centro di aggregazione per tutta la gioventù di quel comprensorio. Il buon esito di questo corso conferma il crescente interesse di ricercatori verso gli archivi parrocchiali, che chiedono ai parroci di poterli consultare.

Talvolta queste persone ricevono risposte negative, per comprensibili motivi di mancanza di tempo da parte dei parroci. D’altra parte, non vanno disattese del tutto queste richieste, viste anche le sollecitazioni che provengono dagli uffici dei beni culturali della Cei a considerare gli archivi non soltanto come luogo di amministrazione, ma come un bene culturale e pastorale.

MARIO TREBESCHI 05 lug 2024 10:41