La Pasqua è la primavera dei cuori risanati
"La Pasqua del Signore è il passaggio dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza della morte all’esultanza della vita". Leggi l'omelia del vescovo Pierantonio alla Veglia Pasquale in Cattedrale
Carissimi fratelli e sorelle, celebriamo con gioia la Pasqua del Signore. La liturgia di questa veglia dà voce al sentimento che portiamo nel cuore. Siamo profondamenti grati al Signore per quanto egli ha fatto per noi, per ciò che in questa solenne celebrazione ridiventa vero. È il misterioso passaggio del Cristo redentore dalla sua umiliazione alla sua glorificazione, dalla tragica esperienza della morte, accettata per amore, allo splendida luce della vita eterna. In questo suo passaggio egli ci ha portato con sé. La Pasqua è anche il nostro passaggio, è la via nuova aperta per noi, l’orizzonte luminoso che ci ha accolto, la sorgente alla quale potremo sempre dissetarci.
Cuore della nostra fede, la Pasqua del Signore è il compimento di un disegno di grazia. Porta alla sua piena attuazione un desiderio che sta alle origini di tutto, una volontà che da subito si è orientata in una precisa direzione. La Parola di Dio ce lo ha detto chiaramente. Occorre partire dall’inizio. Tutto accade e viene ad esistere a partire da una volontà di bene che è propria di Dio e si riassume nella parola da lui pronunciata in principio con una solenne e misteriosa formula al plurale: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza”. Potremmo anche esprimerla così: “L’uomo viva, sia come noi e sia sempre insieme a noi. Possa l’uomo partecipare al segreto insondabile della nostra vita, della nostra felicità, della nostra gloria, del nostro amore”.
Niente fermerà questo desiderio del Creatore di accogliere l’umanità nella propria amabile dimora, nel proprio cielo santo, di stringere con lei un’alleanza di pace, il cui segno – ci dice la Parola di Dio – sarà l’arcobaleno sulle nubi mostrato a Noè dopo la catastrofe del diluvio. L’infedeltà degli uomini e donne di ogni tempo, la loro incredulità, le loro colpe, i loro errori, le loro ingiustizie, la loro ingratitudine, tutto ciò che dalla Scrittura viene riassunto con il nome di peccato, non potrà impedire a questo forza carica di affetto di raggiungere il suo scopo. L’enigma del male non impedirà a Dio di confermare per sempre la sua alleanza con tutti i popoli della terra e con tutti i cuori umani: semplicemente darà al suo amore la forma della misericordia e della compassione. È questo che accade nella Pasqua del nostro Signore Gesù Cristo. Egli è il Messia atteso dalle genti. In lui il progetto di grazia si è attuato, la compassione e la misericordia di Dio hanno raggiunto il culmine. Nella sua morte e risurrezione l’amore di Dio è divenuto evento di salvezza: “Dio ha tanto amato il mondo – dice Gesù nel Vangelo di Giovanni – da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.
Colui che da sempre condivide la natura e la gloria di Dio, nella comunione d’amore con il Padre, scende nel cuore della terra, fin là dove il maligno esercita il suo potere più oscuro e fa risplendere la gloria di un amore invincibile che è da sempre, aprendo così la via universale del riscatto e della benedizione.
Questa è la Pasqua del Signore, il passaggio dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza della morte all’esultanza della vita. Per ognuno che lo vorrà, per ognuno che si fiderà, per chi oserà credere si aprirà – come dice il Vangelo di Luca – “la via che conduce alla pace”. È un annuncio che suona come una promessa, perché questa pace è sconosciuta al mondo. Essa infatti viene dal cielo di Dio, dalla santa Trinità, l’amore che sta all’origine di tutto.
Questa è la pace della Pasqua, che le campane annunciano, suonando a distesa in questo giorno nelle nostre terre. È la primavera dei cuori risanati, delle coscienze limpide, dei sentimenti veri, dei valori eterni. È la pace del Cristo risorto, che ha vinto il mondo con la sua mite onnipotenza. In questa pace noi troviamo rifugio e riposo. Buona Pasqua di risurrezione.