La gioia di portare un po’ di speranza
Suor Raffaella Falco, nuova delegata Usmi della diocesi di Brescia, si racconta e descrive l’impegno delle consacrate nell’annuncio
Suor Raffaella Falco è la nuova delegata Usmi della Diocesi di Brescia. L’Usmi è l’Unione Superiore Maggiori d’Italia. Suor Raffaella della Congregazione delle Suore Operaie succede a suor Maria Cecilia Signorotto.
Classe 1967, è entrata nella famiglia religiosa delle Suore Operaie nel 1994 e ha emesso la prima professione nel 1998 (nel 2004 quella perpetua). Laureata in lettere, ha conseguito il diploma di specializzazione in comunicazioni sociali alla Gregoriana. Dopo l’esperienza in Piemonte, attualmente risiede nella casa di spiritualità di Fantecolo e si dedica alla pastorale giovanile e all’accoglienza.
Suor Raffaella, in cosa consiste il servizio dell’Usmi?
L’Usmi è un’unione che esprime e sviluppa la comunione tra gli istituti religiosi femminili che operano in Italia tra loro e con le diverse componenti della comunità ecclesiale. La parola stessa richiama l’unità. Tutto questo per cercare insieme delle risposte profetiche alle sfide della società. L’Usmi a Brescia ha il volto di tutte le suore che qui vivono e si riconoscono unite da un profondo senso di appartenenza non solo al proprio Istituto ma anche a quella realtà più ampia e più profonda che è la vita stessa.
Nel 2014 come Usmi avete iniziato un percorso intercongregazionale aperto al confronto e al lavoro con diverse associazioni e movimenti: è nata così la commissione donna. Quali risultati avete raggiunto? Che cosa state elaborando per il futuro?
Suor Cecilia, che mi ha preceduto in questo servizio, ha portato avanti la sua missione con intelligenza e profezia. In particolare, ha avuto l’intuizione di far nascere la Commissione Donna. Il lavoro con la collaborazione di diverse associazioni è stato finalizzato innanzitutto a un confronto per poi sfociare quest’anno nell’organizzazione di alcuni incontri con giovani donne nei vari convitti universitari. Ci auguriamo di dare continuità a questa bella intuizione che sentiamo profondamente nostra. Intendiamo portare avanti altre iniziative messe in campo, in particolare un bel cammino di collaborazione tra i consigli generali e provinciali che risiedono nel nostro territorio.
Nella festa di Gesù al Tempio, Papa Francesco ha detto che i consacrati e le consacrate sono l’alba perenne della Chiesa… Cosa possono dire oggi i consacrati al mondo contemporaneo?
I consacrati praticano lo sport del salto in lungo. Viviamo nella Chiesa uno slancio nel futuro, provando ad anticipare qui quanto ci attende in Paradiso. È una bella sfida. Da qui nasce la gioia di portare un po’ di speranza, un sorriso, uno sguardo positivo in un mondo dove sembra prevalere il negativo. È anche un aiuto a scoprire il senso della vita.
Il Papa ha chiesto anche ai consacrati e alle consacrate di andare controcorrente. Cosa significa questo nella sua vita?
Nella mia vita sento forte il richiamo del Vangelo che per me si esprime nel vivere i voti di castità, povertà e obbedienza. Il mondo si incaglia nella ricerca del potere, del possedere e del piacere. La bellezza dell’annuncio evangelico mi libera e mi ridona quella umanità bella che mi fa respirare la vita vera che in tanti momenti della mia vita ho assaporato e che non voglio perdere.
La crisi vocazionale ha colpito anche alcuni ambiti (pensiamo alla salute e alla scuola) nei quali storicamente operano i consacrati. Non è arrivato il tempo di ragionare maggiormente in maniera sinergica?
La sinodalità e la sinergia sono modalità in cui i consacrati credono. L’Usmi insieme con il Cism, con gli Istituti secolari, con l’Ordo Viduarum e con l’Ordo Virginum svolgono questo servizio di comunione. Prima di tutto noi consacrati siamo gente di Dio. Solo dopo viene la nostra professionalità che all’interno del carisma di ogni istituto rimane un servizio bello e prezioso, che forse però è sostituibile, mentre non è sostituibile la nostra consacrazione che brilla di più se brillano di più le altre consacrazioni.