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Brescia
di LAURA DI PALMA 04 set 2023 07:52

La clausura oggi, oasi per la fede

A Brescia chiude un altro monastero. Una riflessione sul senso di questa presenza

Tra dieci giorni, quasi novant’anni dopo la sua fondazione, il Monastero di San Giuseppe delle Suore Carmelitane Scalze di via Amba D’Oro, in città, verrà ufficialmente soppresso. Domenica 10 settembre, alle 16, infatti, nella chiesa del Monastero verrà celebrata una Messa durante la quale la città saluterà ufficialmente le tre suore rimaste, destinate a trasferirsi presso il Monastero di Cividino di Castelli Calepio, nella Bergamasca, dove già vivono altre otto suore, una delle quali professerà i suoi voti perpetui il prossimo 7 ottobre. Ad oggi, nella grande casa ai piedi dei Ronchi, lascito della famiglia Folonari, vivono due monache: suor Maria Teresa del Volto Santo e suor Nicoletta Maria dell’Annunciazione; la terza rimasta, suor Emanuela della Santa Chiesa, è attualmente ospitata dalle suore Ancelle della Carità in seguito a diversi problemi di salute che l’hanno recentemente afflitta. “La nostra è una vita semplice, ma, vivendo in clausura e grazie alla preghiera, possiamo abbracciare tutto il mondo” ci ha detto suor Maria Teresa. Originaria di Verona, la monaca vive a Brescia dal 1959. Quinta di cinque figli, prima di prendere i voti lavorava come impiegata in un’azienda diretta dal padre; la famiglia, pur soffrendo per l’idea della clausura, appoggiò la sua scelta, accompagnandola con fede. Accanto a lei, dietro la grata del parlatorio, c’è suor Nicoletta Maria, originaria di Volta Mantovana, dov’era insegnante di scuola materna, prima dei voti e dell’ingresso in monastero, 39 anni fa. In comunione con loro, seppur non presente fisicamente, suor Emanuela, entrata in monastero nel 1961 dopo gli studi in scienze naturali a Padova e che, per anni, è stata la Priora a Brescia. Fino agli inizi di quest’anno le suore presenti nel Convento di San Giuseppe erano sei: tra il 2022 e l’inizio del 2023, tre sorelle sono però tornate alla Casa del Padre. La progressiva e repentina diminuzione delle suore ha quindi portato alla difficile e sofferta decisione di sopprimere il Monastero bresciano che passerà nelle mani dei frati Carmelitani Scalzi, il cui convento sorge ai piedi del Castello di Brescia e il cui appoggio non è mai mancato alle suore.

“Ogni mattina ci svegliamo alle 5.30; alle 6 preghiamo le Lodi e alle 7 partecipiamo alla S. Messa, che la domenica viene invece celebrata alle 8.30. Dopo la messa, un’ora di meditazione, l’ora media, il pranzo e, prima di sera, i Vespri. Dopo la cena, la Compieta, intorno alle 20” ha spiegato, ancora, suor Maria Teresa. “Durante la giornata, inoltre, svolgiamo diversi lavori, perché per la clausura, anche il lavoro in sé è preghiera” le ha fatto eco suor Nicoletta Maria. “Certamente quando eravamo più numerose, negli anni passati, si faceva di più: un tempo, infatti, oltre che al lavoro per sistemare e mantenere la casa e il bosco che la circonda, si coltivava l’orto, ci si occupava di cucito e ricami, si correggevano le bozze delle opere edite da La Scuola Editrice e si realizzavano, manualmente, i diplomi scolastici o gli attestati a ricordo di momenti speciali. Per il nostro lavoro, ovviamente, non venivamo pagate, ma ricompensate da semplici offerte per il Monastero” hanno proseguito entrambe. “Cara zia, domenica 10 settembre, con una Messa pubblica, sacramento della Sua presenza, si chiude il monastero, un luogo in cui tanta santità è stata vissuta”. Con queste parole si apre una lettera che suor Maria Teresa ha ricevuto, proprio in questi giorni, dal nipote Marco. Una lettera che nasce da una fede profonda e dalla certezza che, nonostante il grande dolore di dover lasciare la propria casa dopo 64 anni, il Signore non abbandonerà la zia e le altre suore ma le guiderà a nuovi incontri, affetto, sorrisi e dialoghi, spalancando il loro sguardo al bene che incontreranno.

 “Il Monastero è un luogo in cui si sono intrecciati i ‘sì’ di tante sorelle nella fede, in un cammino di offerta, di silenzio, di preghiera personale e comunitaria. “Avete dato tutto al Signore, la vita, la giovinezza, le incomprensioni, i servizi reciproci, la reciproca testimonianza, l’obbedienza: tutto consegnato per la salvezza del mondo. Ora, il luogo viene meno, non così il suo valore, non quello che avete seminato e che ha riempito la vostra vita e quella di chi, negli anni, avete incontrato”.

LAURA DI PALMA 04 set 2023 07:52