L’oratorio delle unità pastorali
Domenica 27 maggio il vescovo Tremolada inaugura la nuova struttura interparrocchiale di Rezzato “figlia” di orizzonti pastorali nuovi
L’attesa è finita. Le campane possono suonare a festa. Domenica 27 alle 17 il vescovo Pierantonio Tremolada benedirà il nuovo oratorio interparrocchiale di Rezzato e Virle Treponti dedicato a San Giovanni Bosco. Le tre parrocchie di San Giovanni Battista, di San Carlo Borromeo e dei Santi Pietro e Paolo avranno a disposizione un moderno centro giovanile simbolo dell’erigenda Unità pastorale ed espressione dell’attenzione della comunità verso i più giovani. Luogo di annuncio e di catechesi, ma anche di incontro e aggregazione.
Novità. “Ci tengo a sottolineare che non è solo l’oratorio di una parrocchia, ma è di fatto interparrocchiale. La parrocchia di San Giovanni – spiega il curato don Stefano Ambrosini – ha ceduto un terzo del terreno anche alle altre due parrocchie. Il terreno è dunque in comproprietà e l’oratorio è stato costruito insieme e diventa l’oratorio che ci aiuta a viaggiare come unità pastorale. Tutte le cose che faremo insieme saranno svolte al suo interno. Naturalmente rimangono attivi anche gli altri due oratori con le loro specifiche attività”. Il processo che ha portato alla costruzione del nuovo oratorio ha visto la sua genesi quasi cinque anni fa e ha superato vari livelli autorizzativi da parte di differenti uffici della Curia e dell’Amministrazione comunale.
Progetto. Domenica vede la luce la prima parte del progetto, quella che riguarda le opere relative alla costruzione del cortile principale con uno spazio verde per i giochi e la piastra di basket e di pallavolo, della sala polivalente, dei due piani del fabbricato che comprendono bar, cucina, segreteria, ufficio del curato, aule per il catechismo e multimediale con un centinaio di posti e un appartamento. La seconda parte, che si spera possa partire a breve, interesserà la costruzione del campo da calcio e degli spogliatoi. “Abbiamo preferito concentrarci su questi lavori – continua don Stefano – e consegnare un’opera finita, completamente fruibile. Dopo la giornata inaugurale, i festeggiamenti proseguiranno per due settimane fino alla tradizionale cariolada e subito dopo inizieranno le attività estive, a partire dal Grest”.
Volontari. Ora si lavora a ricostruire il giro dei volontari che danno una mano per ricompattare i gruppi e che mettono a disposizione alcune ore del proprio tempo per fare in modo che l’oratorio sia aperto alle richieste che vengono dal territorio. “Sfruttiamo la posizione centrale – continua il curato, illustrando il progetto del primo oratorio interparrocchiale della diocesi – siamo in mezzo all’asilo e alle scuole elementari e media. La struttura nuova e funzionale sarà di certo in grado di attrarre tante persone. C’è la voglia di ripartire, di ricominciare. Le tre parrocchie insieme dallo scorso ottobre hanno assunto un educatore. Con lui e con un gruppetto di giovani si sta ricostruendo la vita dell’oratorio per ripartire con slancio”. Una simpatica coincidenza testimonia la continuità con il vecchio oratorio. “Nel corso della demolizione, sotto la casa del curato, – racconta don Stefano – è stata ritrovata la prima pietra di marmo con incisa la scritta ‘Anno giubilare 1950’. L’abbiamo recuperata e sull’altro lato abbiamo fatto incidere ‘Anno giubilare 2016’ a ricordo della posa della nuova struttura avvenuta nel Giubileo della Misericordia”. In un suo incavo sono state poste le due teche di vetro che contengono le due pergamene firmate dai relativi vescovi e parroci. Oggi quella “prima pietra” del 1950 fa bella mostra di se nell’atrio principale dell’oratorio.
Continuità. Un segno di continuità è dato anche dalla cappella che sarà ultimata a breve. “Al suo interno – afferma ancora il giovane sacerdote – potrebbe trovare collocazione una parte dell’arredo della chiesetta del vecchio oratorio, a cui la gente era molto legata”. Un’ultima particolarità denota il coinvolgimento del territorio. All’esterno della sala polivalente verrà posta un’opera in marmo, realizzata dallo scultore Giampietro Moretti che riassumerà il significato della vita in oratorio, con formelle che contengono i simboli dedicati al lavoro, allo studio, alla preghiera, al tempo libero che fanno parte della vita di un ragazzo. Ora che l’oratorio è pronto qual è il desiderio di don Stefano? “Desidero che sia una struttura che ci aiuti a fare le cose e a camminare insieme. Desidero che diventi un luogo dove lavorino insieme le parrocchie e dove queste dialoghino con il terrritorio”.