L’opera di Santa Dorotea
Presentato il quaderno numero 4 del percorso sulla storia dell’oratorio bresciano dedicato al ruolo delle Dorotee
In occasione della presentazione del quaderno numero 4 del percorso sulla storia dell’oratorio bresciano, dedicato al ruolo delle Suore Dorotee presenti in città dal 1842, più che ricordi nostalgici, traspariva gratitudine per aver vissuto molti anni all’oratorio femminile di Santa Dorotea nella parrocchia di S. Giovanni. Chiamate, nel 1844, dal prevosto a dirigere la scuola parrocchiale di S. Rocco, in via Capriolo, le Dorotee divennero punto di riferimento per il laicato femminile bresciano. Aprirono una scuola a sostegno delle fanciulle che divenne il primo nucleo dell’Oratorio Femminile S. Dorotea, inaugurato nel 1849.
Dopo il saluto riconoscente di suor Carolina Segatore e la lettura del messaggio di madre Marialuisa Bergomi, ex oratoriana della parrocchia della Badia, ha portato il suo saluto mons. Italo Gorni, vicario episcopale per la vita religiosa. La serata è stata coordinata da Michele Busi e ha visto la partecipazione dell’attore Luciano Bertoli e del maestro Alberto Cavoli.
La lettura di alcuni brani, avvalorata da significativi interludi musicali, ha riportato il pubblico al cuore della serata: l’Opera di Santa Dorotea non come discorso, ma come esperienza, un racconto di vita, un prendersi a cuore “alcune poche fanciulle”, e essere per loro “guide amorose”.
Storie di vita. Michele Marchesi ha ribadito che il lavoro è un affresco, con volti, nomi, attività, circostanze, banali, ma orientati al fine: avvicinare le fanciulle a Gesù. Un volo in aereo sulla multiforme varietà degli oratori femminili dorotei ha mostrato come si può realizzare un massimo di vita in un minimo di struttura: dal nucleo originario con 50 ragazzine, nel 1885 erano oltre 600, divise in Compagnie. Un susseguirsi di gite, preghiera, accademie, giochi, scuola di lavoro, celebrazioni, esercizi spirituali… Anno dopo anno le strutture si ampliarono e la comunità, saggiamente guidata dai Vescovo e dai Direttori da esso delegati, generò altre comunità: Bovegno 1891, Vobarno 1895, Sale Marasino 1905, Comezzano 1907… da nord a sud, da est a ovest, quasi a chiudere in un grande abbraccio l’intera Diocesi, raggiunse oltre 70 parrocchie della Diocesi rispettando lo stesso criterio: chiamata del parroco, oratorio, scuola. Un volo in aereo, dicevamo, con l’invito a fare una passeggiata a piedi tra le righe del libro per leggere date, nomi, riferimenti e tenere viva la speranza che l’Opera, iniziata con i laici, riprenda vigore con i laici. La consegna della rosa ad alcuni giovani, a una suora, al Vicario e agli adulti rappresenta l’impegno a essere punto di riferimento per tanti ragazzi nello stile dell’Opera di S. Dorotea.
Il dialogo è continuato nella sala dove era allestito il buffet, troppo piccola per contenere tutti, ma dove si è percepita un’intensità di vita con la voglia di riprendere il filo. Il quaderno è stata una felice occasione per rendere omaggio a centinaia di donne che hanno creduto nell’Oratorio perché lo vedevano come trampolino di lancio per avvicinare i “piccoli” a Gesù.