L’Abbazia nel nome di Paolo VI
Il nome del monastero non è più Abbazia Benedettina Olivetana San Nicola ma Abbazia Benedettina Olivetana Santi Nicola e Paolo VI
Domenica 10 febbraio, festa di Santa Scolastica sorella di San Benedetto, nell’Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano si è svolta un’importante celebrazione Eucaristica in cui l’Abate Generale della Congregazione Benedettina di Santa Maria di Monte Oliveto, Dom Diego M. Rosa con un Atto Ufficiale della Congregazione ha esteso il nome del monastero. Da questa data il nome del monastero non è più Abbazia Benedettina Olivetana San Nicola ma Abbazia Benedettina Olivetana Santi Nicola e Paolo VI. Quasi 1000 anni fa quando il Monaci Cluniacensi iniziarono la fondazione di questo Cenobio nel titolo compariva S. Pietro insieme a S. Nicola, poi nei primi due secoli di vita la figura di S. Pietro si è eclissata forse per non confondere questo luogo con il vicino monastero di S. Pietro in Lamosa… A distanza di quasi 1000 anni Pietro ritorna! Un Pietro che ha visto i suoi natali in queste terre benedette, un Pietro che ha tenuto saldo il timone della barca della Chiesa Universale sotto la forza impetuosa delle onde del Concilio Vaticano II, un giovane ragazzo che prima di essere Sacerdote, Vescovo ed infine aver vagliato il soglio Petrino, ancorato al manubrio della sua bicicletta che da Chiari lo riportava nella sua Concesio, si fermava qui, su questa piazza e guardava ciò che restava della presenza monastica, in questa stessa chiesa ha pregato perché un giorno tra le volte di questo cenobio violentato e depredato ritornasse almeno la sua essenza vitale che lo ha reso per secoli “Casa di Dio” ovvero la celebrazione dell’Opus Dei da parte dei Monaci figli di San Benedetto e San Bernardo Tolomei, monaci di bianco vestiti in ricordo della Pasqua Gloriosa di Cristo, un Pietro che oggi la Chiesa Universale venera con il nome di San Paolo VI Papa.
Due i motivi che hanno tradotto questa scelta, in primis il 50°o del ritorno dei Monaci Olivetani nel monastero di Rodengo, per volontà diretta dell’allora Pontefice Paolo VI, secondo come segno tangibile di gratitudine a questo Gigante nella Fede e Profeta di Dio che ci ha restituito casa nostra nella Sua terra benedetta. Cosa si attendeva Paolo VI, riportando i Monaci Olivetani a Rodengo? Il monaco è una presenza silenziosa, silenziosa ma orante che declina la sua giornata nel motto: “ora , labora et lege”, Paolo VI voleva che il cuore arrestato di questo cenobio ritornasse a palpitare più volte di prima, quale segno profetico della presenza di Dio in mezzo agli uomini, in questa Casa di Dio dalle porte aperte si entra per Amare Dio e si esce per Amare il prossimo.