Iniziazione cristiana: il progetto
Quando nel marzo del 2022 ha preso il via la fase “sinodale” della rivisitazione dei cammini di ICFR diocesani, il vescovo Pierantonio aveva già aiutato il Team di progetto incaricato ad individuare con precisione il tema: “Come introduciamo alla vita cristiana i bambini e i ragazzi della Diocesi di Brescia?”
Una rivisitazione, quindi, che non voleva essere “semplicemente” una verifica del cammino fatto negli ultimi 18 anni dalla nostra diocesi – seppure nessuna progettualità ecclesiale parta da un foglio bianco, ma sempre dalla concretezza di un’azione pastorale già in atto – ma avere l’aspirazione di guardare ai percorsi oggi proposti dalle comunità locali per provare a disegnare il futuro.
L’ampio percorso sinodale, con le sue fasi di ascolto, confronto e discernimento ha portato in effetti all’emersione di molte criticità e, altrettanto, di alcune esperienze particolarmente curate, di buone prassi da raccontare e incentivare, di proposte che presentano una certa dose di innovazione positiva.
La fase di ascolto, quindi, è stata anche una fase molto “voluminosa” di raccolta di domande, richieste, critiche e suggerimenti. Ovviamente non tutto ciò che è stato ascoltato può essere accolto in un unico progetto, anche perché su alcuni temi sono state raccolte opinioni, esperienze e orientamenti opposti. Di seguito cercheremo di richiamare i principali nodi emersi e le risposte che il “nuovo” progetto di iniziazione cristiana dei bambini prova a offrire.
1. Uno dei primi e più evidenti dati emersi dall’ascolto è quello della distanza tra le aspettative di molti genitori (alcuni dei quali esplicitamente affermano che "l’istruzione religiosa deve venire dalla Chiesa" e che “si fidano” di questa istituzione) e quelle dei catechisti e dei presbiteri (a cui i genitori affidano i loro bambini) che lamentano la non conoscenza degli elementi più “basici” della vita religiosa («non sanno fare nemmeno il segno della croce»).
Una risposta possibile – che prova a risignificare ruoli e protagonisti dell’iniziazione cristiana e, al contempo, ad essere maggiormente fedele al suo significato – viene da una proposta pastorale che provi a rendere il più possibile esplicito il legame del battesimo con gli altri sacramenti dell’IC: il battesimo come “porta” attraverso la quale divento cristiano, entro a far parte di una comunità, imparo e gusto l’accostarmi all’eucaristia domenicale.
Nel progetto questo tentativo trova forma nella proposta di due moduli semplici di accompagnamento per genitori e padrini o madrine: il modulo A (“La porta della fede”, prebattesimale) e il modulo B (“Primi passi nella fede”). Accanto ad essi sarà proposto un sussidio ad hoc, in forma di mappa, per aiutare i parroci e le comunità a spiegare il senso del cammino che inizia con il battesimo e che trova in una vita cristiana accompagnata dalla frequenza eucaristica il suo compimento.
2. Tra i catechisti e presbiteri ascoltati è inoltre emersa, in forma piuttosto chiara, la duplice richiesta di una distinzione nella proposta dei sacramenti della cresima e della prima comunione, accanto ad una richiesta di anticipo della prima comunione stessa. La logica di questa richiesta è di tipo prettamente didattico/catechistico: permettere ai ragazzi di affrontare la preparazione ai due sacramenti in tempi diversi e, soprattutto, permettere ai bambini di poter vivere la prima comunione non troppo tardi, per potersi accostare al sacramento con maggiore frequenza all’interno del percorso di iniziazione.
La proposta diocesana prevede l’anticipo della celebrazione della cresima al completamento del secondo passo del percorso (o del secondo anno) in modo da sottolineare il senso del sacramento in relazione al battesimo, e l’anticipo della partecipazione al sacramento della comunione eucaristica alla conclusione del quarto passo; l’ultimo modulo del percorso consisterà in un vero proprio percorso mistagogico supportato dall’invito alla partecipazione alla Messa domenicale. L’intero percorso, però, si concluderà nell’età della fanciullezza (indicativamente il periodo delle scuole elementari), consentendo così di presentare ai ragazzi (preadolescenti) una proposta differente, nei tempi e nei modi, che sarà impegno progettuale per la nostra diocesi nei prossimi anni.
3. Uno degli aspetti per i quali è stata riscontrata maggiore fatica nella fase di ascolto è quello che ha riguardato la proposta per i genitori, aspetto per altro qualificante del modello di ICFR: rispetto alla progettualità originaria, in molte parrocchie, sono stati effettuati aggiustamenti (a volte resi necessari dalle circostanze) che l’hanno in parte stravolta.
Si è lavorato quindi ad una proposta che coinvolgesse i genitori fin dal battesimo (pur senza eccedere nella richiesta di partecipazione negli anni della prima infanzia), ma che rendesse più snello il loro cammino, in una logica di “primo annuncio” che non preveda obblighi ma un invito ad una possibile occasione di ricominciamento. Al tempo stesso si chiederà ai genitori di vivere insieme ai propri figli il momento conclusivo di ogni “passo” del cammino.
4. Mentre il lavoro di ascolto e confronto andava ad intensificarsi risultava sempre più chiaro come la progettazione di un itinerario di Iniziazione Cristiana per bambini e ragazzi potesse diventare un laboratorio molto interessante per sperimentare l’opportunità di lavorare a livello di unità pastorali. In questo senso si è pensato di offrire una proposta che riorienta i percorsi rispettando i tempi delle comunità locali e quindi prevedendo una sua implementazione in due tempi.
Le comunità cristiane che intendono proseguire il percorso di iniziazione cristiana dei ragazzi nella forma della catechesi settimanale troveranno alcuni necessari aggiustamenti per un rinnovamento, in particolare la rimodulazione del percorso per i bambini e la revisione delle modalità di accompagnamento dei genitori.
Le comunità cristiana che si sentono pronte per una progettazione rinnovata potranno progettare una più profonda revisione del modello, che prevede:
a) percorso “modulare” i cui moduli (o passi) tenderanno ad abbandonare la consueta scansione settimanale;
b) il rinnovamento del profilo del catechista, che prevede anche il coinvolgimento di “nuovi” catechisti, attingendo a persone che fanno parte della comunità cristiana e che non possono offrire il proprio servizio nei tempi e nelle modalità previste secondo la proposta attuale. Questi catechisti saranno incaricati di “predisporre e condurre” un modulo per la cui realizzazione si avvarranno di altri membri della comunità parrocchiale (animatori, genitori, altri catechisti, testimoni...);
c) una maggiore integrazione del percorso di iniziazione cristiana in tutta la pastorale ordinaria delle comunità cristiane. I moduli sono pensati infatti come approfondimento e "presa di coscienza" dell’esperienza di vita cristiana che viene proposta attraverso le attività parrocchiali (o di UP). Sono perciò necessariamente parte del progetto le iniziative già presenti nelle nostre comunità rivolte a ragazzi o adulti (tempo estivo, pranzi comunitari, pomeriggi oratoriani, grest, campi scuola, feste, percorsi associativi...);
d) una maggiore flessibilità e capacità di accogliere in modo adeguato i bambini e le famiglie che iniziano in tempi non ordinari. In questa prospettiva sono valorizzati anche i cammini associativi di ACR e Agesci, che saranno armonizzati con gli intenti del cammino di iniziazione di seguito illustrato.
5. Si apre quindi ora la fase più prettamente progettuale del percorso. Come per ogni progettualità pastorale, sarà necessario vivere un primo momento dedicato alla formazione, dei presbiteri e dei catechisti, dei coordinatori che verrà proposta in tre incontri a livello macrozonale.
Il secondo passaggio invece prevede la realizzazione di un progetto di Iniziazione Cristiana per ragazze e ragazzi dell’Unità Pastorale. L’intento dell’Ufficio per la Catechesi è quello di offrire uno schema di lavoro che consenta di identificare non solo i contenuti dei singoli passi ma, soprattutto, le esperienze e alcune modalità concrete di rilettura che possano sostenere l’iniziazione (un percorso di lettura con alcuni brani tratti dalla Parola di Dio, un percorso di introduzione alla preghiera e alla liturgia, alcuni riti – sacramentali e non – di passaggio, esperienze concrete di fraternità e carità, alcuni riferimenti iconografici).