Il Vescovo incontra i giovani
Il Vescovo Pierantonio Tremolada ha incontrato un gruppo di giovani della Città per ragionare sul contributo che le nuove generazioni possono dare alla vita delle loro comunità
“…e tu, dove abiti?”. Con questa provocazione, che ribalta la famosa domanda posta dai discepoli a Gesù, un gruppo di giovani della Città e dell’hinterland ha incontrato, sabato scorso, il Vescovo Pierantonio per ragionare sul contributo che le nuove generazioni possono dare alla vita del loro territorio e delle loro comunità. Un dialogo intenso, fortemente voluto dallo stesso Vescovo Pierantonio e dal suo vicario, don Daniele Faita.
“Quale racconto della città potremmo fare, oggi, se ci venisse chiesto di riferire il nostro contributo alla sua crescita?” Questo l’interrogativo che ha animato la mattinata di lavoro e riflessione, alla costante ricerca di luoghi e tempi fecondi per l’azione dei giovani. Politica, educazione, aggregazione e tempo libero: questi gli ambiti su cui, in prima battuta, giovani e vescovo hanno provato a riflettere. I giovani conoscono i processi che animano il loro territorio? Ne prendono parte? Sono distanti, intimoriti o disinteressati? Trovano spazi per dipanare la matassa del loro entusiasmo? Lo scenario emerso dalle riflessioni dei tavoli di lavoro è quello di una città complessa e articolata, con luci e zone d’ombra, in cui le giovani generazioni troppo spesso faticano ad afferrare il timone della barca preferendo, talvolta, lasciarsi trascinare nella tempesta delle sue, inevitabili, criticità. Una fatica – sottolineano i giovani – frutto anche di una difficoltà a vivere il messaggio cristiano al di fuori dello spazio sicuro di un oratorio, di un movimento o di un gruppo religioso.
La sfida è quella di riuscire ad essere promotori di un nuovo umanesimo che, pur affondano le sue radici nell’esperienza cristiana di ciascuno, dia respiro al bene che ogni giorno si trova nella nostra Città. Essere testimoni nel nostro territorio: per farlo, ha sottolineato il vescovo Pierantonio, serve “un lungo processo di crescita anche, e soprattutto, spirituale. Una spiritualità, però, che deve essere incarnata nelle difficoltà e nelle fragilità che si incontrano lungo il cammino”. Un appello ad essere presenti, a vivere la città e ad agire per il bene dell’intera comunità. Una riflessione particolare è stata dedicata agli oratori e ai cammini di formazione che, sempre più, dovrebbero avere come obbiettivo la crescita di giovani forti, pieni di passione educativa e capaci di “superare – ha sottolineato il vescovo – la differenza tra ciò che vale e ciò che diverte”. “E il primo riferimento – ha continuato il vescovo – non può che essere la Parola di Dio”.
L’appuntamento di sabato, cui hanno partecipato i vicari territoriali, Don Leonardo Farina e don Alfredo Savoldi e i responsabili della Pastorale Giovanile don Giovanni Milesi e don Claudio Laffranchini, è il primo di un lungo percorso che, nelle intenzioni del Vescovo e di tutti i giovani presenti, si pone l’obbiettivo di rendere i giovani protagonisti coscienti e interessati del futuro della Città. Alla conclusione dei lavori sono stati anche consegnati i diplomi di partecipazione alla Scuola di Formazione Politica e Sociale della Diocesi.