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Macapà
di LUCIANO ZANARDINI 16 nov 2018 08:10

Il Vescovo e i bresciani "brasiliani"

Il pieno svolgimento il secondo viaggio missionario di mons. Tremolada in Brasile per incontrare i fidei donum partiti da Brescia. Tra loro anche don Raffaele Donneschi, sino al settembre scorso parroco del Violino e della Badia in città. La prima visita del Vescovo a Macapà, diocesi affidata dal 2004 al bresciano mons. Piero Conti

È  in pieno svolgimento il viaggio missionario, il secondo dopo quello in Albania, di mons. Tremolada in Brasile per incontrare i fidei donum bresciani che operano in America Latina. Nei primo giorni del suo viaggio il Vescovo ha fatto tappa a Macapà, dove ha incontrato mons. Piero Conti, alla guida della diocesi dal 2004. Qui opera anche don Raffaele Donneschi, ultimo dono della Diocesi di Brescia alla Chiesa brasiliana.

A 66 anni don Raffaele Donneschi si è rimesso nuovamente in gioco dall’altra parte del mondo. Nel mese di ottobre è ritornato ad annunciare il Vangelo in Brasile, là dove aveva già trascorso un lungo periodo (dal 1982 al 1994) come fidei donum. Nel suo ministero ha svolto diversi servizi: curato a Castenedolo e a Roncadelle, parroco di Zone, curato a Botticino e direttore, dal 2002 al 2012, dell’Ufficio per le missioni. Dal 2011 era parroco del Violino e dal 2012 anche della Badia. Sul n°43 de "La Voce del Popolo" di questa settimana una lunga intervista al fidei donum

Don Raffaele, com’è stato l’impatto con il Brasile? Quanto è cambiato rispetto alla sua precedente esperienza?

Mi sento ancora troppo nuovo di Brasile per poter esprimere delle opinioni che non siano eccessivamente di pelle e condizionate da una lettura parziale e superficiale… Sono passati 24 anni da quando ho lasciato la parrocchia brasiliana di S. Luzia, situata nella campagna e nella foresta, ora mi ritrovo a Macapà, in una città di 500mila abitanti, capitale dello stato di Amapà, e parroco da tre settimane della parrocchia della Cattedrale, in una realtà quindi che è sempre un po’ anomala rispetto alle altre parrocchie. L’impressione è di un forte ingresso nella modernità, da un lato nell’ipertecnologia (qui si vota da anni utilizzando il computer anche nel più sperduto villaggio amazzonico…) e dall’altro i problemi di sempre: la corruzione è diffusa, la società è molto divisa socialmente ed economicamente, la burocrazia è imperante e asfissiante.

Che tipo di Chiesa sta respirando? Quali differenze e quali analogie trova con le comunità cristiane italiane?

La Diocesi di Macapà risente della sua giovane costituzione: dei circa 50 sacerdoti, solo 14 sono i diocesani locali, le parrocchie sono molto vaste come territorio, quelle extra-urbane, oppure troppo numerose quelle ubicate in città. Essendo la maggioranza del clero di estrazione e formazione molto eterogenea (diocesani locali, diocesani fidei donum da altre Diocesi brasiliane, religiosi di varie Congregazioni e Ordini…) si percepisce la “tentazione” di una pastorale proposta secondo la propria visione di Chiesa e non “Diocesana”, condivisa e progettata insieme (tentazione del resto da cui non è immune nemmeno la nostra Diocesi bresciana… che pure gode di una storia molto antica). Ciò che più colpisce è ancora la forte dimensione della religiosità popolare che spinge molti cattolici a partecipare a devozioni, processioni, benedizioni… Non sempre, però, segue un forte coinvolgimento con le scelte di vita… Certamente bisogna sottolineare il buon coinvolgimento di laici impegnati e corresponsabili che assumono servizi e ministeri nella liturgia, nella pastorale, nella catechesi, nella gestione anche pratica della parrocchia e della comunità… Tra i cattolici impegnati è molto presente la dimensione “missionaria”; si sente parlare molto di “azioni e scelte pastorali evangelizzatrici”, bisognerà poi vedere in concreto quali proposte saranno attuate e, soprattutto, quali saranno i soggetti di questa azione. Un fenomeno per me assolutamente nuovo, mi sembra non ancora visibile in Italia, è costituito dalle “nuove comunità”, mentre continua la forte presenza dei Movimenti ecclesiali. Così definisce le “Nuove Comunità” un articolo della Civiltà Cattolica dell’11 marzo 2017: “Non è ancora chiara la relazione che esiste tra le nuove comunità e i Movimenti ecclesiali. Alcuni li indicano entrambi come realtà associative. Noi siamo dell’idea che i Movimenti ecclesiali abbiano una portata più ampia, e che le nuove comunità abbiano una natura più concreta. Esse sono nate in grande maggioranza dal Rinnovamento carismatico cattolico, che consideriamo un Movimento ecclesiale”. Oggi si calcola che in Brasile vi siano circa 800 nuove comunità: il numero è in continua crescita.

Che servizio l’attende? Perché ha scelto di ripartire?

Il vescovo dom Pedro José Conti, bresciano doc e mio compagno di ordinazione, mi ha nominato parroco della parrocchia della Cattedrale di S. José, che è Patrono anche della Diocesi e dello Stato. Sono parroco da tre settimane e mi sto guardando intorno. Della Parrocchia fanno parte l’antica Cattedrale seicentesca (unico ricordo della colonizzazione portoghese insieme alla Fortezza che domina il Rio delle Amazzoni) dove si celebra la Messa da lunedì a venerdì, a mezzogiorno… e la chiesa di S. Antonio molto venerato da queste parti. La parrocchia è nel quartiere del centro e occupa la zona commerciale della città… ci sono più negozi che abitazioni residenziali e in parrocchia ci sono molti volontari e laici che per vari motivi confluiscono in Cattedrale… La sfida sarà quella di “scoprire” anzitutto i parrocchiani residenti e coinvolgerli nel cammino di comunità, in una parrocchia del resto già ben organizzata nelle varie pastorali e nei servizi. Perché ripartire? L’amico dom Pedro era rimasto senza parroco della Cattedrale e mi ha provocato con una richiesta di aiuto, io ricordavo ancora il portoghese e ho pensato che forse potevo ancora “tappare un buco” per qualche anno... Il vescovo Pierantonio ha condiviso la proposta e mi dato il “mandato”. Se Dio parla ancora attraverso i segni e le persone, vuol dire che doveva essere Macapà il luogo dove svolgere il mio ministero per quanto il Signore vorrà ancora concedermi.

LUCIANO ZANARDINI 16 nov 2018 08:10