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Brescia
di MARIO LEOMBRUNO 05 set 2016 09:22

Il sì per sempre di suor Silvia

Suor Silvia Perini, oggi al Mater Divinae Gratiae, si consacra per sempre a Dio nella famiglia delle suore Dorotee di Cemmo, sabato 10 settembre alle 16, nella parrocchiale di Fasano

In un anno particolare, nel quale si celebra il 25° anniversario di beatificazione della fondatrice, madre Annunciata Cocchetti, suor Silvia Perini, oggi al Mater Divinae Gratiae, si consacra per sempre a Dio nella famiglia delle suore Dorotee di Cemmo, sabato 10 settembre alle 16, nella parrocchiale di Fasano. “Se dovessi raccontare la mia storia vocazionale sicuramente tante persone sono state per me significative”, sono parole di suor Silvia Perini alla quale abbiamo sottratto parte del poco tempo disponibile in questo periodo prossimo alla sua professione solenne per intervistarla.

“Penso che una vocazione abbia sempre bisogno di una comunità ecclesiale che l’accompagna – prosegue suor Silvia –, e quindi il primo incontro significativo per me, che mi ha aiutato a crescere nella fede, è stato quello con tante belle famiglie che ho incontrato nella mia parrocchia, poi sicuramente il mio parroco di allora che mi ha trasmesso tanta passione per le persone e per la comunità, poi don Fabrizio Gobbi, oggi curato a Gavardo, che ha solo tre anni più di me e con il quale ho condiviso un lungo e ricco cammino nella fede”.

Il momento decisivo si è presentato a suor Silvia verso la fine degli studi universitari quando ha deciso di prendere seriamente in mano la sua vita. Con un po’ di timore, perché all’epoca aveva qualche pregiudizio sulle suore, la giovane Silvia si è rivolta all’assistente spirituale dell’Università che, neanche a farlo apposta, era una suora dorotea di Cemmo. Dall’infanzia a Fasano, al liceo classico a Salò e da lì all’Università per laurearsi in Lettere Classiche. Le costanti per suor Silvia sono state il contatto con la natura, la voglia di aiutare, di educare, di relazionarsi con gli altri, dai più grandi ai più piccoli, e la musica, sempre ascoltata molto.

“Un passo fondamentale – conclude suor Silvia – è sicuramente quello in cui si decide di entrare in convento, e questo per me è successo a 26 anni, ma il percorso per arrivare alla professione perpetua è molto lungo e da allora sono passati tanti anni, belli, in cui ho aumentato la consapevolezza di cosa voglia dire seguire Gesù nel suo amore incondizionato a Dio, nella sua obbedienza, nella sua povertà, che non vuole dire primariamente rinunciare a qualcosa. Ho imparato come la vocazione sia inseparabile dalla missione, anzi, sono le due facce della stessa medaglia perché quando scopri la bellezza di Dio è inevitabile che tu sia portato a volerlo trasmettere agli altri. Caratteristica della vita consacrata, infine, è la vita comunitaria e credo che questo sia uno degli aspetti più profetici della vita religiosa in generale; vivere insieme il Vangelo, tra sorelle con età, stili, sensibilità e culture diverse, perché abbiamo suore che provengono dall’Africa e dall’America Latina, credo sia una sfida molto grande e bella per il mondo di oggi”.


MARIO LEOMBRUNO 05 set 2016 09:22