Il servizio dei diaconi permanenti
Giovedì 7 dicembre alle 18.30 in Cattedrale il vescovo Tremolada ordina due nuovi diaconi: Gianpietro Rigosa e Gianmaria Manerba
Il diaconato permanente è un dono sempre più prezioso per la vita delle nostre comunità. Nel Bresciano sono 61. Due vengono ordinati dal vescovo Tremolada questo giovedì 7 dicembre: sono Gianpietro Rigosa, vedovo, di Travagliato, e Gianmaria Manerba, sposato con una figlia, di Gussago. A questi si aggiungono i 15 in formazione che seguono un cammino di studio (attraverso l’Istituto di Scienze Religiose) e di discernimento lungo minimo cinque anni. Papa Francesco li ha definiti “i pionieri della nuova civiltà dell’amore”, riprendendo una frase di Giovanni Paolo II e inserendola nella prefazione del volume di Enzo Petrolino “Il diaconato nel pensiero di papa Francesco” edito dalla Lev. Durante il Giubileo della misericordia, Francesco li esortò a essere “disponibili nella vita, miti di cuore e in costante dialogo con Gesù. Non avrete paura di essere servitori di Cristo, di incontrare e accarezzare la carne del Signore nei poveri di oggi”. Sono chiamati a essere Chiesa in uscita. “Dobbiamo stare attenti –disse il Papa durante la sua visita a Milano – a non vedere i diaconi come mezzi preti e mezzi laici. Questo è un pericolo. Alla fine non stanno né di qua né di là. No, questo non si deve fare, è un pericolo. Guardarli così ci fa male e fa male a loro”. Non va bene “l’immagine del diacono come una specie di intermediario tra i fedeli e i pastori. Né a metà strada fra i preti e i laici, né a metà strada fra i pastori e i fedeli”. E ci sono due tentazioni. C’è il pericolo del clericalismo: il diacono che è troppo clericale. E l’altra tentazione, il funzionalismo: è un aiuto che ha il prete…”. “No. Il diaconato è una vocazione specifica, una vocazione familiare che richiama il servizio”.
La storia. La Chiesa ha sempre tenuto in grande venerazione l’ordine sacro del diaconato. Una consolidata tradizione che ha visto l’inizio del diaconato nell’episodio narrato negli Atti degli Apostoli dell’istituzione dei “sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito Santo e di saggezza”. Ma si deve attendere il Concilio Vaticano II (1962-1965) per vedere il ritorno del diaconato, che “potrà in futuro essere restaurato come un grado proprio e permanente della gerarchia”. Con il documento “La restaurazione del diaconato permanente” la Conferenza episcopale italiana si pronuncia ufficialmente per il suo ripristino l’8 dicembre 1971. Nella Diocesi di Brescia i primi tre diaconi (Giulio Colombi, Adolfo Frigoli e Giuseppe Birbes) furono istituiti il 4 dicembre del 1982. Nella quotidianità sono chiamati a offrire il loro servizio alla Chiesa. “C’è, però, una differenza tra prete e diacono. Il sacerdote presiede la comunità, il diacono – afferma Vittorio Cotelli – serve la comunità: è segno sacramentale di Cristo servo, cioè ricorda a tutta la Chiesa il ministero del servizio”. Vittorio, stato ordinato 26 anni fa, oggi abita all’oratorio di Sant’Eufemia e collabora con la parrocchia. Ogni lunedì i diaconi si ritrovano presso la casa di via Benacense 13 a Brescia. Il padre spirituale è don Luigi Gregori, il delegato vescovile è don Sergio Passeri.