Il ritorno a Messa: norme e buon senso
Da questa mattina riprendono le celebrazioni con in popolo. In tutte le chiese adottate le misure di sicurezza indicate dal Vescovo e dai suoi collaboratori sulla base delle direttive del governo, della Regione e della Prefettura. Il messaggio del card. Bassetti, presidente della Cei
Era dal 22 febbraio scorso che le chiese bresciane, come quelle italiane, erano interdette alla gente, per via delle misure adottate per contenere la diffusione del coronavirus. Oggi, a quasi tre mesi di distanza, tornano a essere celebrate le messe con il popolo. Covid-19 non è ancora stato debellato, anche se la curva dei contagi sta lentamente decrescendo, di qui la necessità di adottare in ogni chiesa stringenti misure di sicurezza, come si legge nel prontuario che il vescovo e i suoi più stretti collaboratori, come in tutte le altre diocesi d’Italia, hanno steso e consegnato a ogni parrocchia sulla scorta delle indicazioni date dal governo, dalla Regione e dalla Prefettura. Ogni comunità parrocchiale ha provveduto nei giorni scorsi all’attuazione di tutte le misure necessarie alla sanificazione degli spazi e al distanziamento sociale, stabilendo, sentiti i sindaci, il numero massimo di fedeli ammessi a ogni celebrazione. Da questa mattina al loro buon senso, a quello dei volontari disponibili per accompagnare i fedeli alla riapertura, e a quello dei sacerdoti è affidato il buon esito di questo “ritorno a Messa”.
“Non si tratta semplicemente della riapertura di un luogo sacro, delle nostre chiese che sono sempre rimaste aperte. Si tratta piuttosto di ritornare a manifestare il nostro essere comunità, il nostro essere famiglia. Del resto, è l’Eucaristia che fa di noi una comunità, una famiglia, perché, come dice san Paolo, noi che ci nutriamo di un unico pane siamo chiamati a formare un solo corpo”. Così il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in un videomessaggio in vista della ripresa delle celebrazioni con il popolo di oggi, 18 maggio. “Il periodo che abbiamo vissuto, certo, non è privo di significato: la nostra sofferenza, il dover restare chiusi a casa, e qui penso in particolare alle famiglie numerose, con tanti bambini. Ma, come ho potuto sperimentare, in tante nostre famiglie non sono mancati la preghiera, l’ascolto attento della Parola di Dio e quel servizio, soprattutto alle persone più anziane, che diventa autentica carità”, prosegue il cardinale: “Dobbiamo chiedere al Signore la grazia di poter tornare ad essere la grande famiglia di Dio, anche se abbiamo sperimentato il nostro essere Chiesa nella piccola famiglia domestica, dove abbiamo vissuto tanti valori stando gli uni accanto agli altri. Adesso però è il momento di tornare nella grande famiglia”.
”Per la salute della nostra anima – l’Eucaristia è innanzitutto salvezza dell’anima – ma anche per quella del nostro corpo, dovremo usare tutti quegli accorgimenti che diventano una forma di amore e di rispetto per gli altri”, ribadisce il cardinale: “Le mascherine, i contatti ridotti possono essere letti simbolicamente, come un invito a riscoprire la forza dello sguardo”. “Siamo di fronte ad un evento grande e importante: la prima Domenica che ci ritroveremo insieme, cantiamo – io lo farò e lo propongo a tutti – il Te Deum che diventa il nostro inno, la nostra lode perfetta alla Santissima Trinità perché tutto ci viene dal cuore di Dio”, conclude il card. Bassetti.