Il rinnovo dello Studio Teologico Paolo VI
Il momento delicato che la Chiesa sta attraversando nel suo insieme non risparmia neppure il nostro Seminario e il suo Studio Teologico. D’altro canto, è proprio in questi tempi che possono prepararsi nuovi scenari, che richiedono processi di maturazione adeguati durante i quali, con fiducia e realismo, occorre discernere con prudenza le soluzioni migliori.
L’adeguamento alla recente normativa canonica
Negli ultimi anni la S. Sede ha pubblicato due documenti fondamentali relativi agli enti accademici ecclesiastici: nel dicembre 2017 la Costituzione Apostolica Veritatis gaudium di Papa Francesco circa le Università e le Facoltà ecclesiastiche, e nel dicembre 2020, da parte dell’allora Congregazione per l’educazione cattolica (dal 5 giugno 2022 Dicastero per la cultura e l’educazione), l’Istruzione sull’affiliazione degli Istituti di studi superiori. Viene qui ridefinita la fisionomia dei vari Istituti, dalle Università agli Istituti Teologici Affiliati (=ITA), come, appunto, lo Studio Teologico Paolo VI del nostro Seminario. Durante l’anno accademico 2022-2023, il nostro Istituto ha provveduto ad adeguarsi alla nuova normativa, ricevendo l’approvazione il 17 aprile scorso da parte della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, cui siamo affiliati, e il 18 luglio dal competente Dicastero vaticano.
Le novità maggiori
In primo luogo, nei documenti menzionati risaltano, tra gli altri, due criteri principali: la qualità accademica, da garantire sia attraverso un corpo docente titolato (com’è già ora) e (in specie per i 9 docenti stabili richiesti) specificamente dedito, sia mediante un percorso di studi di livello e mezzi adeguati (in specie la biblioteca e la strumentazione didattica); un congruo numero di studenti ordinari (almeno 25). Ciò avvicina anche i nostri Istituti alle esigenze del cosiddetto Processo di Bologna per lo standard degli studi universitari.
Secondariamente, si invita ad intraprendere prospettive sinergiche per fare rete tra gli enti accademici. Per quanto ci riguarda, oltre alla collaborazione già operante da anni con le case religiose, è iniziata una promettente collaborazione tra le Diocesi e i Seminari di Brescia e di Cremona, aperta auspicabilmente ad altri soggetti. Ciò, almeno al momento, consente di soddisfare i due criteri ricordati sopra.
In terzo luogo, si richiede una chiara distinzione dell’ITA rispetto al Seminario, «fatta salva la dovuta collaborazione in tutto ciò che attiene al bene degli studenti» (Istruzione, art. 9): per questo anche logisticamente si è deciso di distinguere gli ambienti, riportando la sede delle lezioni in via Bollani, presso il Polo culturale che, collocato nel contesto ove insistono le università cittadine (Statale e Cattolica), assume i tratti di una sorta di “quartiere universitario”.
In quarto luogo, circa i destinatari: all’ITA possono iscriversi tutti coloro che hanno un titolo di scuola superiore idoneo per l’accesso all’università (cfr. Istruzione, art. 3), e non più solo i seminaristi diocesani o religiosi. L’apertura ai laici, insieme agli studenti e alle studentesse delle comunità religiose, che in questi anni ha visto la presenza crescente di stranieri, conferisce al nostro ITA un respiro più ampio.
Un nuovo Ordinamento degli studi
Per adeguarsi alla nuova normativa canonica, oltre allo Statuto e al Regolamento, è stato riformulato anche l’Ordinamento degli studi, basandosi su una bozza autorizzata della futura Ratio studiorum della CEI. La novità maggiore è che sono previsti 5 anni per il conseguimento del grado accademico di baccalaureato in teologia (rispetto ai 6 precedenti), per un totale di 300 ects.
Tale titolo, con l’integrazione di alcune discipline specifiche e con l’idoneità concessa dall’Ordinario, è abilitante all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado. In più, rispetto al titolo conseguito presso l’ISSR, consente l’accesso ai gradi superiori del percorso teologico (Licenza e Dottorato).
Prospettive
Il nostro ITA ha ricevuto l’affiliazione ad experimentum per un quinquennio (2023-2028). In questo periodo, monitorando l’andamento, occorre mettere in atto quanto necessario per il potenziamento dell’ente accademico in grado di fornire una solida formazione filosofico-teologica agli studenti.
Inoltre, è in stadio avanzato lo studio, a livello ecclesiale e statale, del riconoscimento civile dei titoli accademici ecclesiastici, grazie a cui, in specie per i laici, si apriranno ulteriori sbocchi occupazionali, oltre all’insegnamento della religione cattolica e all’attività pastorale.
Infine, com’è noto, i docenti dello Studio Teologico sono disponibili e impegnati nell’ambito della formazione a livello diocesano e territoriale. L’Istituto, oltre alla possibilità di iscriversi a corsi singoli, predisporrà anche dei corsi aperti a tutti sia per l’aggiornamento di presbiteri, operatori pastorali e laici, sia per la trattazione di tematiche nuove nello scenario socio-culturale.
Le informazioni essenziali sono reperibili sul sito dello Studio teologico: www.teologiabrescia.it