Il restauro e la pala “ritrovata”
Giovedì 20 aprile 18 alla Basilica delle Grazie verrà presentato il restauro della pala d’altare di Paolo da Caylina il giovane
Quando a Brescia si nomina la “Madonna delle Grazie”, il pensiero corre alla Sacra immagine del Santuario mariano cittadino, venerata dai fedeli sin dalla prima metà del XVI secolo. Meno conosciuta ma di eccezionale valore artistico è “La Madonna delle Grazie, S. Girolamo Dottore, S. Eusebio e le Sante discepole Paola con la figlia, la beata vergine Eustochio”, opera di Paolo da Caylina il giovane, terminata nel 1542, oggi protetta dallo sguardo del Pontefice bresciano, la cui immagine dà il benvenuto ai fedeli che si trovano a oltrepassare l’ingresso della Basilica. Qui, in una nicchia dell’altare di San Girolamo, collocato nella prima campata della navata sud, emerge, alla vista dei fedeli, la reliquia del beato Paolo VI: la maglia intrisa di sangue indossata da papa Montini durante l’attentato subito a Manila nel 1970. La pala, posta entro la soasa in stucco dell’altare dedicato a S. Girolamo, nel corso del 2016 è stata oggetto di un accurato restauro in occasione del cantiere pilota che ha interessato questa campata. L’intervento verrà presentato giovedì 20 aprile alle 18 nella Basilica di via delle Grazie, 13.
Il lavoro effettuato si inserisce temporalmente tra il cantiere pilota e il restauro del Santuario mariano, oggi anche montiniano, in fase di ultimazione, nell’ambito del progetto di riqualificazione generale del complesso religioso di Santa Maria delle Grazie voluto dalla Diocesi di Brescia, all’indomani della beatificazione di Paolo VI, con il sostegno di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. Dopo un primo restauro avvenuto negli anni ’50 del secolo scorso, l’inesorabile incuria del tempo aveva creato un offuscamento superficiale che alterava la lettura dei cromatismi dell’opera. Con l’Ispettore incaricato della Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio di Brescia e Bergamo, Angelo Loda, è stata concordata la metodologia d’approccio all’intervento.
In collaborazione con lo storico dell’arte Vincenzo Gheroldi il dipinto è stato fotografato con fluorescenza ultravioletta e con infrarosso ed infrarosso falso colore in due distinte campagne fotografiche comparative prima e dopo la pulitura che ha permesso alla pala di tornare al suo antico splendore. “Grazie al cantiere pilota, che ha fornito alcuni importanti dati tecnici, ed agli studi effettuati sia in quella sede che sul dipinto durante il restauro – riferiscono le restauratrici Monica Abeni e Paola Guerra –, l’intervento non restituisce solo un’immagine più leggibile e consona alla materia pittorica di Paolo da Caylina, ma ci fornisce una chiave di lettura storico artistica dell’opera”. Dopo i saluti del Rettore, mons. Mario Piccinelli, l’Ispettore incaricato della Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio di Brescia e Bergamo, Angelo Loda, introdurrà la presentazione; Fiorella Frisoni dell’Università degli Studi di Milano affronterà il percorso artistico ed esistenziale di Paolo da Caylina il giovane; lo storico dell’arte Vincenzo Gheroldi esporrà la tecnica pittorica; infine, le restauratrici Monica Abeni e Paola Guerra presenteranno il lavoro eseguito.