Il lavoro: una sfida da non perdere
Alla Ghial di Castegnato l’incontro del vescovo Tremolada con il mondo del lavoro
Prima le parole del parroco e del sindaco e poi quelle del mondo del lavoro, affidate a Elio Ghidoni, presidente della Ghial. Così si è svolta l’ultima tappa, prima dell’ingresso in città, del vescovo Tremolada. Quello con il mondo del lavoro è stato il secondo appuntamento tematico del suo cammino d’ingresso in diocesi. A Castegnato, negli spazi della Ghial, si sono date appuntamento, coordinate dall’Ufficio per l’impegno sociale, diverse rappresentanze del variegato mondo del lavoro e della produzione
"Carissimo vescovo Pierantonio, benvenuto! Con gioia - sono state le parole di benvenuto del parroco don Fulvio Ghilardi - a nome della comunità parrocchiale di Castegnato, l’accolgo come nostro pastore, come un segno della fedeltà di Dio che guida il suo popolo. Oggi, l’accogliamo qui, in periferia. Alla periferia del nostro paese che è alla periferia della città di Brescia. Come ogni periferia, questo luogo conosce la fatica e la speranza: la fatica di alcuni disagi sociali si mescola alla speranza per una vita migliore che la solidarietà, relazioni fraterne e il lavoro possono portare".
Elio Ghidoni ha ricordato al vescovo come lavoro, giovani e immigrazione siano tre grandi temi attuali, strettamente collegati fra loro, che gli imprenditori non perdono di vista, che affrontano tutti i giorni in una sfida che nessuno vuole perdere ne lasciar cadere.
“Di questi tempi – è stato l’esordio del suo saluto - il lavoro è un bene sempre più prezioso, il nostro sforzo e la nostra volontà sono rivolti a preservarlo per dare stabilità e certezze alle tante famiglie che dipendono da noi, dalle nostre decisioni e dal nostro impegno".
In Ghial, una delle 265 realtà industriali e artigianali che operano a Castegnato, lavorano oggi circa 240 persone di cui 114 stranieri tutti extra comunitari. “Se non ci fossero – ha affermato Ghidoni -, molto probabilmente, ci troveremmo di fronte a lacune negli organici difficilmente colmabili. Abbiamo lavoratori che provengono da ben 14 Paesi del mondo: Albania, Costa d’Avorio, Egitto, Ghana, India, Marocco, Mali, Niger, Pakistan, Romania, Kosovo, Senegal, Tunisia e Vietnam e professano religioni diverse: cristiana (cattolici ed ortodossi), musulmana, buddista e induista. Perfettamente integrati nell’organizzazione aziendale dove sempre più occupano anche posizioni di responsabilità. E questo si può riscontrare in molte realtà produttive del nostro territorio”.
L’imprenditore non ha mancato di sottolineare la difficoltà oggettiva dell’inserimento dei giovani nel modo del lavoro. “Non sono le opportunità che mancano – ha sottolineato - ma i giovani animati da una forte motivazione in favore della loro crescita personale e con una preparazione scolastica in linea con le richieste del mondo del lavoro ed in questo credo ci sarà molto da fare, coinvolgendo scuola, istituzioni e famiglie”.
Anche a queste sollecitazioni il vescovo Tremolada non ha mancato di dare risposte:
“Ringrazio sin da subito chi ha pensato questo momento che ritengo altamente significativo. Abbiamo sentito parole importanti: lavoro, giovani, immigrazione. Abbiamo sentito ricordare che ci sono delle caratteristiche del territorio bresciano che hanno a che fare con questa capacità e intelligenza nel pensare ciò che può essere utile per tutti, per favorire le condizioni migliori. Credo che questo sia un impegno che dobbiamo sentire nostro con particolare sollecitudine, anche nei confronti dei tanti ragazzi, per il loro bene, per il futuro che li attende. Sono rimasto inoltre colpito dal numero di lavoratori di questa azienda, di 14 diverse nazionalità. Questa è la dimostrazione che si può lavorare nel rispetto reciproco, nella reciproca collaborazione, facendolo con intelligenza e a beneficio di tutti”.