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Brescia
di GIULIO REZZOLA 28 apr 2023 08:48

Il capolavoro della maternità

Una mostra al Museo Diocesano e una all’Archivio. Alcune delle proposte messe in campo da FederVita, Ufficio per la famiglia e Archivio Diocesano

Che capolavoro la maternità! E quale miglior modo di celebrarla se non con una mostra d’arte pittorica e iconografica con opere contemporanee provenienti dalle collezioni dell’Istituto Paolo VI di Concesio, degli studiosi Paola e Davide La Fede e dell’artista Gianni Turin? È quanto farà il Museo Diocesano di Brescia dal 5 al 21 maggio ospitando in via Gasparo da Salò “Mater. Donne e maternità fra cura e cultura”, 16 tra quadri e icone accompagnati da un podcast generale introduttivo e altrettante pillole per ciascuno di essi, ascoltabili attraverso il proprio cellulare muniti di auricolari. La mostra, aperta dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (mercoledì chiuso) si inaugurerà il 5 maggio 2022 alle ore 16 con ingresso libero. “Nell’anno di Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura – dice Elisabetta Pittino, presidente FederVita Lombardia – non poteva mancare un cenno alla culla della cultura che è il grembo materno dal momento del concepimento a tutto il periodo della gravidanza”. Il termine cultura, infatti, deriva dal latino colere, cioè coltivare, e si sprigiona dall’etica della cura generata della maternità. E un tale riferimento non poteva quindi essere dimenticato in particolare a Brescia, “la città del nostro San Paolo VI che si è speso davvero tanto per la donna e per la cultura della vita”, aggiunge Pittino. L’iniziativa, per la quale la presidente di FederVita Lombardia ha coinvolto la Diocesi, l’Ufficio per la Famiglia e l’Archivio storico diocesano, prevede un’anteprima di grande suggestione mercoledì 3 maggio alle ore 20.30 nella chiesa di Santa Maria del Carmine (ingresso libero): “Volti di maternità”, uno spettacolo di lettura con gli attori Laura Del Buono e Luciano Bertoli accompagnati dal violoncello del maestro Federico Bianchetti. Nell’occasione verranno raccolti fondi per il progetto “Gemma”, adozione ravvicinata a distanza di una mamma a 6 mesi dalla nascita del bambino e fino al compimento del suo primo anno di vita.

Al Museo Diocesano, come detto, venerdì 5 maggio alle ore 16 ci sarà l’inaugurazione vera e propria della mostra “Maternità, che capolavoro!” alla quale interverranno, oltre alla presidente Pittino, la curatrice Maria Pia Sacchi, vice presidente di Federvita Lombardia; don Raffaele Maiolini, vicario episcopale per la cultura della Diocesi sul tema “Maternità e arte”; i direttori della Collezione Paolo VI di Arte Contemporanea, Paolo Sacchini e del Museo, Mauro Salvatore; il critico d’arte Sandro Gazzola.

Sabato 13 maggio alle ore 16, sempre nella sede del Museo Diocesano e sempre ad entrata libera, si terrà invece una lectio magistralis degli iconografi La Fede, che giungeranno appositamente a Brescia dalla Bulgaria dove sono missionari, sul tema “Una donna vestita di sole. Concepimento, gravidanza e maternità nell’iconografia”. A loro seguirà, con “Parole di vita”, l’intervento di don Carlo Tartari, vicario episcopale per la Pastorale e i Laici.

“Concluderemo questa offerta culturale nella sede dell’Archivio storico diocesano (via Gabriele Rosa, 30) – aggiunge la presidente Pittino – con una mostra documentale “Sante madri e madri sante” in cui parleremo, o meglio, faremo parlare i documenti sulla maternità spirituale di alcune sante donne bresciane. Una cosa molto bella perché abbiamo scoperto una ricchezza di donne Serve di Dio, venerabili, beate, sante, laiche, suore, sposate, non sposate che hanno fatto delle opere eccezionali. Certo diremo di Sant’Angela Merici ma approfondiremo principalmente il periodo ottocentesco e gli inizi Novecento. A fare da guida a questa mostra in programma dall’11 al 21 maggio saranno i ragazzi delle classi terza e quarta del liceo classico dell’Istituto Arci. Inaugurazione l’11 maggio alle ore 17. “L’idea di focalizzarci sulla maternità e in particolare sulla gravidanza – conclude Elisabetta Pittino – è proprio dovuta alla lettura della realtà. Una realtà che effettivamente non ama la maternità, non ama la gravidanza e in questo non ama le donne. Non amando questo vuol dire che non ama nemmeno la cultura, appunto dal latino colere, coltivare, che si apprende proprio nel grembo materno. Quel periodo “oscuro”, “silenzioso”, ma invece estremamente luminoso, durante il quale si apprende l’abbraccio materno e quindi è lì che c’è il fondamento di ogni uomo, di ogni donna, di ogni società”.

GIULIO REZZOLA 28 apr 2023 08:48