Il cammino di Santiago
Anche quest'anno sono tanti i giovani in cammino dall’Unità di pastorale giovanile di Bornato, Calino, Cazzago San Martino e Pedrocca verso la tomba dell'apostolo Giacomo
Sono 35 i giovani tra i 19 e i 27 anni dell’Unità di pastorale giovanile di Bornato, Calino, Cazzago San Martino e Pedrocca, che il 4 agosto prenderanno parte al “Cammino di Santiago de Compostela”. “Quella che stiamo per affrontare – afferma don Paolo Salvadori (nella foto) parroco di Calino – è una iniziativa che rientra nel percorso formativo che proponiamo ai nostri giovani e che prevede anche i cammini sulla via Francigena e il pellegrinaggio a Gerusalemme”. I giovani dell’Unità pastorale, accompagnati proprio da don Paolo, copriranno a piedi circa 200 dei chilometri del cammino, “toccando le località e i passaggi più significativi – continua il sacerdote –, quelli in grado di far comprendere loro il vero senso di questa esperienza”. In questa prospettiva i partecipanti vivranno anche l’esperienza del deserto. “A tutti loro – afferma don Paolo Salvadori – verrà fatta la proposta di percorrere un tratto del cammino in modo solitario”. Con i 35 partecipanti si metteranno in cammino anche tutte le comunità. Come lo racconta ancora il sacerdote: “È tradizione – racconta – che ogni pellegrino porti con se a Santiago tre grazie da chiedere all’apostolo Giacomo. Due sono quelle che ogni partecipante potrà esprimere. La terza espressa dalle comunità invitate a far pervenire le loro intenzioni”. Il 31 luglio il vescovo Tremolada sarà a Bornato per impartire la benedizione ai pellegrini e alle loro comunità.
Un’esperienza di comunità. Così don Mauro Rocco, curato delle parrocchia di Santa Maria Assunta e del Sacro Cuore di Palazzolo sull’Oglio, ha immaginato sin dall’inizio la proposta del cammino di Santiago di Compostela che guiderà dall’11 al 25 agosto prossimo. In 140 hanno accolto la proposta per un’esperienza che, seppur ridotta per numero di chilometri percorsi (circa km 25 al giorno la media prevista, ndr), consentirà di cogliere appieno il senso del cammino, con tutte le sue fatiche, a partire da quella della condivisione e della convivenza. “Tra i partecipanti – ricorda ancora il sacerdote – ci sono famiglie con figli, giovani, adulti e anche qualche anziano”. Esperienze già vissute in precedenza spingono don Rocco a raccontare delle importati ricadute che il cammino può avere sulle comunità che l’hanno affrontato. “Le relazioni che si creano durante il percorso – affermano – diventano spesso la base su cui far crescere le comunità nella quotidianità”. Una proposta di questo genere non si può, però, improvvisare. Serve la preparazione della parte logistica, ma ancora di più è importante comprendere sino in fondo l’esperienza. Per questo il gruppo di Palazzolo si è ritrovato più volte e ha anche sperimentato l’esperienza del cammino comune (nella foto) con il giro del Monte Orfano. Il 10 agosto, poi, un momento di preghiera comunitaria prima della partenza