I 20 anni del Villaggio della Speranza
In Tanzania, e precisamente a Dodoma, c’è un luogo che parla di Bagnolo Mella e dell’Italia: il Villaggio della speranza. Più di 20 anni fa, la fede, la carità e la tenacia di don Vincenzo Boselli, bagnolese di origine, con suor Rosaria, hanno dato il via ad una grande opera: l’accoglienza di bambini sieropositivi che venivano abbandonati. Il Gruppo “Amici delle missioni” di Bagnolo Mella, guidato allora dall’impresario edile Gigi Marini, si è prodigato fin dalla prima ora per sostenere concretamente don Vincenzo, appellandosi alla generosità di molti altri artigiani bresciani e riuscendo così, anno dopo anno, a contribuire alla costruzione delle case, del dispensario, della chiesa col campanile e le campane, alle aule scolastiche e alla biblioteca. Nel gruppo, il villaggio della Speranza ha potuto trovare un sostegno solido, non solo per la manodopera indispensabile ma anche per carichi umanitari di cibo, vestiti, attrezzature e sostentamenti economici. Il 17 agosto ricorreva il 20º anno di fondazione del villaggio, solennemente celebrato con una giornata di festa. Per l’occasione ha presieduto la Santa Messa il Vescovo di Dodoma, Beatus Kinyaiya; hanno concelebrato i sacerdoti tanzaniani e italiani, tra cui il parroco di Bagnolo Mella, don Faustino Pari, giunto per l’occasione con una rappresentanza di volontari. Era presente anche la ministra dello sviluppo sociale della Tanzania. Durante la giornata è stata anche benedetta la prima pietra dei futuri laboratori, segno che il villaggio continua nella sua volontà di crescita. Oggi il Villaggio ospita 165 bambini e nel tempo si sono formate anche delle famiglie. Attualmente sono 12 quelle presenti nel villaggio e che aiutano a loro volta nella gestione. Il parroco di Bagnolo ha commentato così il momento di festa per una storia che continua: “Inutile dire che tutto ha risentito della vivacità africana e della bellezza dei canti e dei balli dei bambini del villaggio e della scuola. Tanti sono stati i discorsi che hanno invitato a fare memoria di quanto è stato fatto nel passato per guardare con speranza al futuro. Onore a don Vincenzo e suor Rosaria, le anime dell’opera caritativa e sociale, alle coppie che hanno dato la disponibilità ad accogliere alcuni gruppi di bambini, facendo da mamma e papà, ai tanti volontari e benefattori che hanno realizzato fattivamente il sogno iniziale. I bambini e ragazzi che stanno ricevendo tanto amore e cure, possono guardare con speranza al loro futuro!”.