"Grazie": cuore della fede mariana dei bresciani. Intervista al Rettore, mons. Mario Piccinelli
Nelle parole di mons. Mario Piccinelli, Rettore del Santuario-Basilica Santa Maria delle Grazie, l’importanza di un sostegno della comunità per poter continuare l’intervento di restauro del fulcro della fede mariana dei bresciani
In una città che si muove sempre più freneticamente qual è il senso di un centro spirituale che pulsa nel suo cuore più antico? Quale ruolo gioca l’accoglienza?
Pensando all’oggi del nostro Santuario e, conseguentemente, alla mia responsabilità di Rettore che è il primo “custode” del Santuario stesso, penso a Paolo VI che ha definito i santuari “cliniche dello spirito”. Questi hanno infatti una funzione essenziale e indispensabile per il loro forte richiamo che ne fa spesso crocevia di diversa umanità, spazi caritativi e assistenziali, centri catechistici e culturali, anche per i cosiddetti “lontani”. Per questo accade che in tante diocesi, mentre la Cattedrale rimane il centro visibile di unità della comunità ecclesiale, attorno al Vescovo, il Santuario ne è il cuore spirituale. Questo cuore spirituale che batte nella città e nella diocesi può e deve esserlo per Brescia il Santuario delle Grazie. Ed è anche in virtù di quanto indicato dal Beato Paolo VI che s’inseriscono le nostre attività. Sull’importanza dell’accoglienza all’interno dei santuari si è soffermato nel gennaio scorso papa Francesco per il quale “Il santuario è realmente uno spazio privilegiato per incontrare il Signore e toccare con mano la sua misericordia. Confessarsi in un santuario è un’esperienza che permette di toccare con mano la misericordia di Dio. L’accoglienza, dunque, è la parola-chiave − ha raccomandato Francesco −: ‘Con l’accoglienza ci giochiamo tutto’. Un’accoglienza affettuosa, festosa, cordiale, e paziente!”, è la definizione del Papa, che ha puntualizzato: “Ci vuole pazienza! L’accoglienza è davvero determinante per l’evangelizzazione. A volte – ha chiosato il Santo Padre –, basta semplicemente una parola, un sorriso, per far sentire una persona accolta e benvoluta”. Non possiamo poi dimenticare la dimensione caritativa legata al Santuario. Nel caso delle Grazie va ricordato, ad esempio, che con le offerte raccolte si “mantiene” il riso destinato alla “Maison des Enfants” in Guinea.
Qual è il legame fra il Santuario, la città e la diocesi?
È un legame che si configura prima di tutto nella riscoperta delle Grazie come luogo di preghiera, come spazio che facilita l’incontro con Dio, come riferimento alto di spiritualità di cui oggi si sente tanto bisogno. Non posso, poi, non citare la direzione cultuale che porti ad una teologia mariana significativa basata sulla conoscenza della presenza di Maria nella Chiesa. A questo riguardo ricordo che Paolo VI è stato il Papa della “Marialis cultus”, il documento che recepisce le linee indicate dal Concilio Vaticano II sulla devozione del popolo di Dio nei confronti di Maria. È bello allora pensare che proprio qui alle Grazie il “devoto” Giovanni Battista Montini abbia alimentato fin dalla giovinezza il suo amore a Maria da Lui proclamata “Madre della Chiesa”.
Mons. Piccinelli, cosa significa per lei essere la guida spirituale del Santuario mariano caro a Paolo VI?
Per Paolo VI, da parte mia, ho sempre nutrito una grande devozione, fin dai tempi in cui venni ordinato sacerdote. In seguito alla nomina a Rettore del Santuario delle Grazie, ho potuto approfondire ulteriormente la figura di papa Montini, soprattutto a motivo del suo profondo legame con il Santuario. Da quando poi il Santuario è stato scelto come sede diocesana della causa di beatificazione abbiamo pregato tanto e ora siamo in attesa della sua canonizzazione.
A proposito dei recenti lavori di restauro cosa possiamo dire?
Anzitutto va ricordato che i lavori sono stati programmati all’indomani dell’Anno montiniano e vogliono essere il segno a ricordo della Beatificazione di Paolo VI avvenuta il 16 ottobre 2014. Senza entrare nel merito degli aspetti prettamente tecnici, come responsabile del Santuario, mi sento invece in dovere di rivolgere un caloroso appello alla generosità dei bresciani perché contribuiscano all’opera di rinnovamento attraverso qualche segno concreto.
Per concludere, può rivolgere qualche parola di augurio ai fedeli?
Con la promessa di un quotidiano ricordo nella preghiera per i devoti delle Grazie, concludo invitando tutti alla collaborazione affinché il Santuario possa accrescere il suo ruolo di cuore mariano della diocesi di Brescia, affinché possa ritornare a essere, come lo definì lo scrittore Antonio Fogazzaro, “il più bel santuario moderno d’Italia”.
ROMANO GUATTA CALDINI
08 lug 2016 00:00