Giovani di Parola
L’Ufficio per gli oratori, i giovani e le vocazioni accompagna i gruppi giovanili alla riscoperta della lectio divina e del cammino spirituale
Questa proposta, più che una novità, è una scommessa che si rinnova. “La lettura della Parola di Dio è da sempre − spiega don Giovanni Milesi − parte del patrimonio bellissimo della Chiesa. Riprendiamo in mano oggi questa sfida: riproporla ai giovani, in un contesto anche molto familiare, significa semplicemente fare quello che la Chiesa ha sempre fatto. Utilizziamo il metodo della lectio divina sul quale sia mons. Tremolada sia mons. Monari hanno sempre insistito. Vuole essere un aiuto per le nostre comunità, prendendo uno strumento antico, rinnovandolo e adattandolo al nostro contesto”.
La richiesta. Il percorso nasce da una richiesta esplicita. “I giovani hanno posto un’esigenza: ascoltare e lasciarsi interrogare dalla Parola di Dio in contesti informali. Ci si ritrova, ci si confronta e si prega. Alla fine ci si deve chiedere cosa dice il testo alla nostra vita di oggi. Si tratta di un tentativo di evangelizzazione che parte dal piccolo, da ciò che è possibile fare e lascia spazio alla creatività dello Spirito e dei giovani, scommettendo sulla forza e sulla fecondità della lettura e della preghiera comunitaria della Parola. Non è facile oggi proporre la lettura della Parola di Dio, ma le risposte che sono arrivate sono incoraggianti. Alcune parrocchie, penso ad esempio alle parrrocchie di Castenedolo e Bovezzo, si sono attivate con modalità differenti. Abbiamo ipotizzato anche un metodo per facilitare l’accompagnamento.
Gli incontri non devono durare più di un’ora e possono essere seguiti da un momento (ben distinto dall’altro) di fraternità. Ogni gruppo, poi, deve capire se da questo incontrarsi scaturisce qualche azione concreta: servizio, evangelizzazione, missione...”. I giovani che partecipano sono, quindi, invitati a mettersi in gioco in prima persona come “giovani di parola”, che sono abitati, animati e spinti dalla Parola che hanno ascoltato.
L’adesione. I giovani (dai 18 ai 35 anni) vanno invitati personalmente.
A chi frequenta è chiesta una adesione/fedeltà all’incontro (essere di parola). Possono farsi promotori dell’iniziativa presso i loro coetanei. Devono, però, essere accompagnati con cura in questo cammino. “L’occasione può diventare anche propizia per avviare un percorso di discernimento vocazionale. Questi momenti di lectio possono diventare occasione per curare la riscoperta e l’approfondimento della fede a partire dalla Parola”. Durante la fase di ascolto in preparazione al Sinodo, è emerso che i giovani si sentono impreparati e incapaci di rendere ragione della propria fede nel contesto culturale odierno e nel dialogo con i propri coetanei.
La comunione con la Diocesi. Ogni gruppo deve segnare la sua presenza in modo da costituire una rete conosciuta e visibile. I singoli gruppi parrocchiali o zonali sono chiamati a condividere la preghiera insieme con gli altri “giovani di parola” della propria macrozona: sono stati pensati, infatti, tre incontri durante i giovedì di quaresima in sostituzione della Scuola della Parola che si teneva in Cattedrale. Gli incontri macrozonali nel tempo quaresimale sono presieduti dai vicari territoriali, ma anche il Vescovo presiederà a turno uno degli incontri. Tutti i gruppi, infine, sono invitati a partecipare alla Veglia della Palme con il Vescovo.