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Brescia
di REDAZIONE 28 giu 2018 10:20

Fuci: crescere insieme con il dialogo

Nicola Zanardini è il nuovo vicepresidente nazionale della Fuci. L’ultimo bresciano in Presidenza era stato Angelo Bertani, condirettore di Ricerca dal 1968 al 1970

Quali sono i compiti derivanti da questo nuovo incarico e quali le prospettive di azione?

Questo nuovo incarico di Vicepresidente Nazionale FUCI mi permette di continuare a servire la Federazione con maggior impegno e responsabilità, dopo essere stato Presidente di gruppo a Brescia. Se fino ad ora l’impegno era quello di gestire le relazioni all’interno del gruppo locale e di promuovere la FUCI nel mondo universitario bresciano e con le altre associazioni e istituzioni presenti sul territorio, adesso il mio dovere sarà quello di coordinare la vita e le attività della Federazione a livello nazionale, curando i rapporti con le regioni e di rappresentare la FUCI di fronte alle istituzioni ecclesiali e civili insieme agli altri membri di presidenza che condividono con me questo percorso. Le prospettive di azione sono legate al campo della formazione dei fucini e al campo della promozione nei contesti universitari e non.

Qual è l’incidenza della vita associativa nel percorso universitario di un fucino?

La vita associativa ha un’influenza notevole e positiva nella vita di un fucino. Uno degli aspetti principali è quello relazionale perché in Fuci vi è la possibilità di conoscere nuove persone e di stringere con esse legami d’amicizia, condividendo esperienze di aggregazione a livello locale, regionale e nazionale, come ad esempio il Congresso Nazionale a inizio maggio e le Settimane Teologiche di Camaldoli a fine luglio e a inizio agosto.  Un altro aspetto da non sottovalutare è quello dell’opportunità di crescita umana, civile, intellettuale e spirituale. Stare in un gruppo a contatto con altre persone offre stimoli per crescere umanamente in quanto ciò permette di conoscere i propri pregi e difetti e, dunque, di migliorarsi. In un gruppo Fuci, inoltre, si impara a prendersi delle responsabilità che possono andare dalle più semplici alle più impegnative. Durante l’anno federativo si approfondiscono tematiche attuali e riguardanti argomenti che evadono il proprio campo di studi: ci si può formare un pensiero critico grazie al confronto con altri ragazzi e ragazze universitari oppure avendo un dialogo con relatori esperti in materia. La formazione intellettuale tocca 4 dimensioni: culturale, teologica, universitaria e formazione alla politica. Vi è anche un’offerta di carattere religioso con incontri di preghiera e di riflessione spirituale guidati dall’Assistente di gruppo con il quale si può intraprendere anche un percorso personale di accompagnamento. Tutti questi aspetti messi insieme possono incidere positivamente nella vita di un fucino che, grazie a questo tipo di vita associativa, si forma come persona e come cristiano per poi impegnarsi a pieno e responsabilmente nel periodo post universitario, nel mondo del lavoro e nella società.

Quali sono le azioni che permettono di riscoprire il patrimonio di riflessione sulla vita universitaria di Giovanni Battista Montini?

Giovanni Battista Montini ha avuto a cuore la FUCI sia da Assistente Ecclesiastico Nazionale dal 1925 al 1933 sia durante il periodo del Suo pontificato. Un modo per riscoprire l’eredità che ci ha lasciato sulla vita universitaria è quello di leggere i suoi scritti relativi a questo tema che permettono di cogliere come egli sottolineasse l’importanza della cultura, del dialogo, del confronto e dell’approfondimento. Per Montini, l’Università è il luogo in cui si può maturare sia dal punto di vista intellettuale sia dal punto di vista vocazionale, avendo come base la ricerca personale e costante della Verità. I suoi scritti sono raccolti in Coscienza universitaria: note per gli studenti e in Scritti fucini (1925-1933) a cura di Massimo Marcocchi e, inoltre, vi sono i tre discorsi rivolti alla Fuci da papa negli anni 1963, 1966 (in occasione dei 70 anni della Federazione) e 1971. In essi sono contenute delle riflessioni molto significative e ancora attuali sull’importanza che l’Università ha come luogo di autentica formazione e che ai giorni nostri dovremmo riscoprire e valorizzare.

Quale l’augurio per la Fuci bresciana?

L’augurio che faccio al mio gruppo Fuci di provenienza è quello di affidarsi all’intercessione di Paolo VI e di guardare alla sua figura per vivere il nuovo anno accademico che inizierà a settembre con entusiasmo e coraggio: è importante avere a cuore la cura delle relazioni tramite l’ascolto e il dialogo ed è necessaria la promozione della vita associativa che permette agli studenti universitari di non vivere in solitudine gli anni della formazione, ma di condividere un cammino di crescita a tutto tondo insieme ad altri coetanei.


REDAZIONE 28 giu 2018 10:20