Felici sì, ma se maschio? (1811)
L’imminente parto dell’augusta imperatrice Maria Luigia, consorte di Napoleone Bonaparte, giustifica questa breve circolare vescovile con cui viene diffuso il seguente avvertimento previo: “se si pubblicherà la fausta notizia del sospirato avvenimento [il compimento del parto], ordiniamo in prevenzione che, se per dono dell’Altissimo Iddio colla nuova del parto si annunzierà la nascita di un Principe, se ne festeggi l’avvenimento col suono di tutte le campane…e si canti un solenne Te Deum”. Ci siamo a lungo dibattuti nel dubbio esegetico se l’espressione “di un Principe” sia da intendere come solo maschio oppure se il giubilo sarebbe stato contemplato anche se la creatura sarebbe stata femmina. Lasciamo ai nostri quattro lettori la possibilità di scioglierlo. Ci delizia invece la noterella manoscritta con cui il cancelliere vescovile registra che la notizia della nascita (e maschio fu, Napoleone II) è “pervenuta col mezzo del telegrafo”, mostrando come più di vent’anni prima della scoperta del codice Morse (1837), in città erano attrezzati con questa potente macchina, ancora agli albori del suo utilizzo.