"Fatto in rete" modello da esportare
Presentati ieri al Centro pastorale Paolo VI i primi risultati dell'operazione-segno in ambito zootecnico e agroalimentare promossa da Caritas nel campo del sostegno all'occupazione
“Fatto in rete”, perché il lavoro della terra, la valorizzazione dei prodotti locali, possa essere qualcosa in più di una risposta alla crisi economica, ma addirittura un antidoto ai suoi effetti. È questo il senso dell’iniziativa varata nel 2016 della Caritas diocesana e che ieri, al Centro pastorale Paolo VI, ha potuto mostrare i suoi primi frutti. Con il supporto di RetImpresa, lo scorso anno nasceva questa rete di imprese, fatta di cooperative sociali e imprese agricole, con l’intento di arginare la perdita di posti di lavoro e garantire l’accesso all’occupazione di alcuni soggetti svantaggiati, e di aiutarle e valorizzare i prodotti di qualità, tramite l’organizzazione da rete delle attività di marketing. Con lo strumento del contratto di rete, messo a punto grazie al deciso supporto di Retimpresa (all’epoca presieduta dal bresciano Aldo Bonomi) la società agricola Asine di Balaam di Coccaglio, le cooperative L’antica terra di Cigole, Solidarietà civatese, di Castelcovati, Sentieri e Verbena solidale di Idro, Ai rucc e dintorni di Vobarno e il Fato di Roè Volciano, piccole imprese, per lo più a conduzione familiare, e cooperative che operano in ambito zootecnico e agroalimentare, hanno cominciato a lavorare insieme grazie all’appoggio della Caritas che su questo progetto ha fatto convergere risorse dell’8xmille.
Il monococco (grano antico), l'olio denocciolato, i formaggi locali, il miele, i casoncelli preparati tramite un’antica ricetta, il latte di cavalla per scopi sanitari e prodotti di qualità e quello di asina destinato alla cosmesi sono entrati a fare parte del nuovo brand “Fatto in rete”. Dopo il suo esordio nel giugno 2016 a Coccaglio in occasione di “Primizie sul campo del lavoro”, il progetto agrosolidale “Fatto in rete”, nel corso del tempo, ha segnato passi importanti come l’apertura di 2 negozi, uno a Livemmo e l'altro a Toscolano. È stata poi attivata la vendita mobile al servizio della ristorazione e della distribuzione specializzata tramite un furgone attrezzato e una base logistica con sede a Brescia, mentre la vendita on line è in via di strutturazione. Fra i risultati raggiunti, infine, figura la costituzione di un portafoglio di prodotti che si andrà progressivamente integrando, come ha sottolineato il portavoce di “Fatto in rete” Paolo Rossetti. Da un lato, “questa iniziativa consente alle imprese di ridurre l’emorragia sistemica – ha affermato Paolo Rossetti della cooperativa il Faro e portavoce di Fatto in rete, in sede di presentazione dei primi risultati –, caratteristica delle piccole aziende del territorio, garantendo l’attuale situazione in termini occupazionali”.
Su un altro versante il progetto promuove iniziative che consentono di sviluppare ulteriormente le attività, valorizzando i prodotti e introducendone di nuovi e si apre al possibile coinvolgimento di altre realtà che condividano valori e criteri delle sei che, grazie a caritas e Retimpresa, hanno dato vita a questa esperienza. Grande soddisfazione per l’avvio di “Fatto in rete” e per i primi risultati conseguiti è stata espressa da Aldo Bonomi che ha assunto l’impegno personale (condiviso con Alberto Volpi, imprenditore bresciano del settore alimentare parte della squadra Bonomi all’epoca della presidenza Aib) per la commercializzazione dei prodotti del brand. Marcello Pietrobon, responsabile dell’Ufficio “Promozione opere” di Caritas Italiana ha espresso grande soddisfazione per quanto è stato realizzato con “Fatto in rete” a da Roma guardano come modello replicabile in altre parti del Paese non solo come esempio di risposta alla povertà, ma per la capacità in esso implicita di prevenirla. “Il fatturato di questi primi mesi di commercializzazione – ha affermato a margine della presentazione Paolo Rossetti – è per ora di qualche decina di migliaia di euro, ma è solo l’inizio. L’obiettivo, realistico, è di arrivare a un milione”.