Dopo il Dpcm: una nota sulle cresime
Il Ministro della Salute con provvedimento promulgato in data odierna e valevole dal giorno successivo, ha inserito la Lombardia nelle “aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”, c.d. “zone rosse”.
L’art. 3 del DPCM 3 novembre 2020 non vieta le celebrazioni e precisa al c. 5 che per quanto non disposto diversamente trova applicazione l’art. 1 dello stesso DPCM, che al c. 9 lettera q permette le celebrazioni seguendo il Protocollo concordato tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Governo del 7 maggio 2020 integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico della scorsa estate. Queste integrazioni permettono la celebrazione della Cresima nelle modalità indicate dalla Nota del 24 settembre scorso.
Lo stesso art. 3 del DPCM 3 novembre 2020 vieta gli spostamenti in entrata, in uscita e all’interno delle “zone rosse” se non giustificati da specifiche motivazioni, tra cui le comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.
Vista la particolare situazione, è bene che il Parroco faccia discernimento con la Comunità cristiana (specie con il Consiglio Pastorale, i catechisti e i genitori) circa l’opportunità di celebrare i sacramenti nelle date fissate nel mese di novembre o se rinviare a un altro periodo. Venga comunque data a ciascuna famiglia la possibilità di celebrare il sacramento in un altro periodo.
I sacerdoti e i diaconi, se sottoposti a controllo da parte delle Forze di Polizia negli spostamenti legati al loro Ministero, potranno esibire l'autocertificazione in cui dichiarano nella causale "comprovate esigenze lavorative". È vivamente raccomandato scegliere Ministri della Cresima che abbiano residenza, domicilio o dimora all’interno della Regione Lombardia.
Sacristi, organisti e coloro che svolgono un servizio liturgico, retribuiti o volontari, se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia nel tragitto tra la propria abitazione e la chiesa e viceversa, potranno esibire l'autocertificazione in cui si dichiara nella causale "comprovate esigenze lavorative". “Sebbene il servizio liturgico non sia direttamente assimilabile a un rapporto di impiego, tale giustificazione è ritenuta valida e non saranno applicate sanzioni per il mancato rispetto delle disposizioni in materia di contenimento Covid-19” (Lettera del Ministero dell’Interno al Segretario Generale della CEI del 27 marzo 2020).
I padrini o le madrine possono raggiungere il luogo della celebrazione se abitano all’interno della Regione Lombardia. Se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia nello spostamento tra la propria abitazione e la chiesa e viceversa, potranno esibire l'autodichiarazione in cui dichiarano nella causale "situazione di necessità".
I genitori del comunicando o del cresimando, se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia nello spostamento tra la propria abitazione e la chiesa e viceversa, potranno esibire l'autodichiarazione in cui dichiarano nella causale "situazione di necessità".
Gli altri fedeli possono partecipare alle celebrazioni nei limiti di capienza dell’aula liturgica e seguendo i Protocolli. È vivamente raccomandato che si rechino solo nella chiesa nelle vicinanze della propria abitazione o nella stessa Unità Pastorale o almeno nel proprio Comune. Se sottoposti a controllo da parte delle Forze di polizia nello spostamento tra la propria abitazione e la chiesa e viceversa, potranno esibire l'autodichiarazione in cui dichiarano nella causale "situazione di necessità".
I modelli di autodichiarazione sono disponibili sul sito della diocesi.