Don Ezio Bonomi, sacerdote semplice e umile
Nato a Villa Carcina il 18.3.1944; della parrocchia di Cailina; ordinato a Brescia il 13.6.1981. Vicario cooperatore a Sarezzo dal 1981 al 1988. Parroco a Lumezzane Valle dal 1988 al 1990. Parroco a Lumezzane Villaggio Gnutti dal 1990 al 2001. Presbitero collaboratore a Bovegno dal 2001 al 2016. Deceduto a Gavardo il 29.3.2024. Funerato a Villa Carcina l'1.4.2024; sepolto a Carcina.
Si è spento il Venerdì Santo don Ezio Bonomi e i suoi funerali sono stati celebrati nella parrocchiale di Villa il Lunedì dell’Ottava di Pasqua, detto dell’Angelo. “Circostanza significativa – ha detto il Vescovo mons. Tremolada nell’omelia funebre – per indicare l’unione a Cristo nella vita cristiana e nel ministero sacerdotale”. Ed effettivamente tutta la vita di don Ezio Bonomi, può rispecchiarsi in quelle “resurrezioni” della vita fondate sulla resurrezione di Cristo che, per alcuni teologi, non è stata spettacolare, plateale, vistosa, applaudita. Nessuno vi ha assistito. La Risurrezione avviene di notte e fonda non solo la speranza nella resurrezione finale ma anche di tutte quelle resurrezioni esistenziali che sono sempre lente, discrete, silenziose. Don Ezio, morto dopo un paio di settimane dal suo ottantesimo compleanno, ha vissuto una prima resurrezione da giovane operaio di Cailina, conoscitore del duro lavoro delle fabbriche di Valtrompia. Aveva fatto pure l’esperienza del Servizio Militare fra gli Alpini. E al corpo degli Alpini rimase sempre legato come dimostrava il cappello dalla penna nera posto sulla sua bara con la cotta e la stola.
Pur essendo un operaio stimato e apprezzato lasciò tutto per entrare in Seminario, riprendere i libri e giungere all’ordinazione sacerdotale nel 1981 a 37 anni, età da uomo maturo che dopo la sua prima esperienza di curato a Sarezzo divenne parroco di Lumezzane: prima a Valle per un paio d’anni e poi per oltre dieci al Villaggio Gnutti. A Lumezzane cominciò a manifestare una salute precaria e, pertanto, accettò serenamente l’incarico di collaboratore a Bovegno, vivendo la sua seconda resurrezione: accettando i limiti di salute si prestò con generosità alle varie attività richieste, con semplicità e dedizione pastorale.
Un’altra forma di risurrezione del cuore la visse accogliendo serenamente il ricovero nel reparto dei sacerdoti nella Rsa Cenacolo Elisa Baldo delle Umili Serve di Gavardo, trascorrendo le sue giornate nella preghiera, nella lettura spirituale e nella fraternità verso gli altri sacerdoti degenti.
Le sue giornate erano scandite dall’orazione e dall’offerta di sé pur nei disturbi creati da una salute malferma, la vista debole, la respirazione faticosa. Fino a quando la salute glielo permise andava volentieri anche nella parrocchia di Gavardo.
Don Ezio Bonomi è stato un sacerdote semplice e umile, schivo e riservato, non affatto amante delle ribalte e degli onori. Cosciente dei suoi limiti ha testimoniato sempre la bellezza del servizio per il Regno dei cieli. Nella sua semplicità era tuttavia informato e aggiornato sugli avvenimenti della Chiesa e del mondo, sulle questioni pastorali e morali del nostro tempo, profondamente in comunione con il Presbiterio bresciano. Proprio durante la Settimana Santa, ormai allettato e bisognoso di ossigeno, ricevette con gioia la visita e la benedizione del Vescovo, quasi un viatico per la sua partenza verso l’eterna unione a Cristo, morto e risorto.