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Brescia
di REDAZIONE 26 set 2024 11:59

Ordinazioni diaconali: Andrea Simonelli

Sabato 28 settembre alle 10, presso la cattedrale di Brescia si terranno quattro ordinazioni diaconali. Conosciamo Andrea Simonelli della parrocchia di San Zenone a Passirano. 

Quali sono stati i momenti decisivi che ti hanno spinto a prendere la strada del seminario?

Raccontarla in poche parole non è facile, penso sappia Dio quello che è stato alla fine decisivo. Mi viene in mente, a distanza di anni, quello che è stato importante, che continuo a riconoscere importante. Sono stati fondamentali i primi anni. La mia educazione nella fede mi sembra che mi abbia lasciato queste due impressioni: da un lato la grandezza, la bellezza, la serietà della fede e del cristianesimo e,  dall'altro, la rilevanza per la mia vita di tutto questo. La scelta per chi vivere, che cosa fare della mia vita, dei miei anni, e di avere a che fare per forza con la parola di Dio, con il Vangelo, con questa proposta così alta e così bella che mi era stata fatta da ragazzo. Sono stati decisivi gli incontri, soprattutto nei miei tre anni dell'università. È lì che ho un po’ preso in mano la domanda: "Che cosa vuoi fare della vita, cosa vuoi tu Signore che io faccia della mia vita?". I ragazzi del catechismo mi hanno insegnato molto: ho scoperto una passione per l'annuncio del Vangelo, per il racconto delle cose di Dio che poteva suscitare o confermare la fede; mi è sembrata l'opera più bella a cui dare la vita e dall'altro ricordo gli incontri con i frati cappuccini, ma anche con il mio curato, con altri sacerdoti, con altre persone: mi hanno aiutato a conoscere di più e meglio quel Dio che stavo raccontando ad altri.

Ecco l'importanza della comunità e anche della comunità in cui sarai chiamato a operare. Quindi ci chiediamo: quali sono le doti necessarie quando si lavora appunto nelle parrocchie, negli oratori e nelle comunità e quali le ricchezze che si ricevono?

Penso che ognuno di noi porti la sua umanità come si porta la legna. Il buon Dio se ne accontenta per accendere il fuoco della fede, il fuoco del Vangelo che vuole accendere nel mondo. Quello che ho visto in me in questi anni, che mi hanno riconosciuto è la capacità di ascoltare, di accogliere una confidenza, di farmi vicino agli altri, alle domande, ai dubbi, al travaglio, questo sì, questo me lo riconosco e quanto il seminario ha coltivato in me in questi anni: una certa attenzione alla vita interiore, alla preghiera, una certa attenzione al nostro discorso su Dio. Noi studiamo qualche anno per diventare preti. Per avere cura che il nostro discorso su Dio sia veramente capace di rivelarlo, di avvicinarci a Lui. Per quanto possibile, invece che nasconderlo per quello che si riceve, credo che il dono più grande ricevuto dalle persone che ho incontrato nelle comunità sia la fede. Dico la fede perché la fede degli altri è necessaria alla mia fede, a sostenerla, a sostenere l'impegno quotidiano, la decisione: il "sì" quotidiano si sostiene grazie alla fede degli altri. E quello che la fede si porta dietro. La comprensione e un po’ di pazienza gli uni con gli altri. 


REDAZIONE 26 set 2024 11:59