Discernere insieme
Sul rapporto tra la pastorale giovanile e quella vocazionale sono chiamati a confrontarsi gli organismi di comunione della Diocesi
Il vescovo Pierantonio, consegnando la sua prima lettera pastorale alla diocesi, ha evidenziato alcune priorità chiamate a tradursi in progetto, in scelte pastorali, alla luce di un discernimento serio e fecondo. Tra le priorità emergenti si coglie l’essenziale dimensione vocazionale in ordine all’azione pastorale della Chiesa. Questa attenzione al rapporto tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale si è così delineata in alcuni passaggi che coinvolgono tutta la Chiesa bresciana. Tali passaggi ruotano attorno a tre domande essenziali: in che senso la pastorale giovanile è chiamata ad essere sempre più vocazionale? Come promuovere, riconoscere, accompagnare le vocazioni (in particolare le vocazioni di speciale consacrazione)? Quali scelte è possibile intraprendere circa il Seminario e in particolare circa il Seminario minore?
Al fine di intraprendere un serio discernimento, il Vescovo ha convocato una commissione chiamata ad elaborare il procedimento per un approfondimento del tema. Nel percorso sono stati coinvolti: il consiglio presbiterale, i consacrati, i consigli zonali, il consiglio pastorale diocesano la Cdal e il Gruppo dei teologi. I temi, le suggestioni, i problemi, possono essere ricapitolati attorno a quattro grandi temi: giovani, vocazione, discernimento e accompagnamento. I giovani chiedono di essere accolti e rispettati nella loro originalità. La vocazione non è né un copione già scritto che l’essere umano dovrebbe semplicemente recitare né un’improvvisazione teatrale senza traccia. Poiché Dio ci chiama a essere amici e non servi, l’accompagnamento non è mai un fatto meramente individuale, è un’azione ecclesiale, richiede la consapevolezza che questo compito, questa responsabilità siano affidati alla comunità cristiana. Emerge chiaramente la soggettività di tutta la comunità nell’accompagnare le scelte, le decisioni, gli itinerari formativi. Il discernimento è determinante in ordine al rapporto tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale. È opportuno interrogarsi sul significato del discernimento, sulle sue finalità, sulla titolarità e sui destinatari. Fin dalle prime battute emerse nei lavori della commissione, è risultata evidente la fatica a trovare una cifra complessiva in grado di esprimere la complessità e profondità del rapporto che intercorre tra la pastorale giovanile e la dimensione vocazionale della vita. Il confronto e il dibattito sono serviti a cogliere che forse l’elemento capace di ricomprendere la complessità è da ricercare proprio nella “vita spirituale”. È maturata la consapevolezza che una pastorale giovanile è autenticamente vocazionale quando è capace di far riscoprire proprio la “vita spirituale”. La lettera pastorale riconduce a considerare la centralità della vita spirituale; lo esprime chiaramente il Vescovo: “La vita spirituale è l’esperienza intensa e lucida di questa complessa e meravigliosa realtà: essere se stessi nella percezione globale delle proprie facoltà e nell’unicità singolare della propria persona, entrambe in relazione con il mistero di Dio. La vita spirituale è la nostra vita in Dio e per Dio, vita consapevole e libera, armonica e pacificata”.