Da Nagasaki alla Valle per la pace
A Nave e a Caino piantumate due “pianticelle di seconda generazione” dell’albero di Kaki sopravvissuto al bombardamento atomico, un gesto e un monito
Il 9 agosto 1945 su Nagasaki venne sganciata una seconda bomba atomica (ma solo tre giorni prima ad Hiroshima era stata lanciata la prima con circa 100mila morti): morirono subito 40mila dei 240mila abitanti (il numero totale delle vittime è stimato in 80 mila, comprese quelle esposte alle radiazioni nei mesi seguenti).
Nagasaki era una delle città più ostili al militarismo giapponese con una nutrita comunità cattolica. Da un albero di Kaki, miracolosamente sopravvissuto al bombardamento atomico, anche se mezzo bruciato, curato dall’arboricoltore Masayuki Ebinuba, sono state fatte nascere delle pianticelle di seconda generazione che in questi anni sono state piantumate in varie parti del mondo. La pianticella di kaki ispira questi ideali: il risveglio della nostra coscienza di pace e il rispetto dei diritti umani sempre e ovunque; la comprensione e la solidarietà, l’amicizia tra i popoli e il rispetto per l’ambiente e la Terra che ci ospita. Sono già più di 50 i comuni bresciani che hanno una di queste piantine, ubicate specialmente nei giardini scolastici.
Iniziative. Il mese scorso anche nei Comuni di Nave, il 16 marzo, e di Caino, il 23 marzo, sono state trapiantate due pianticelle provenienti da Nagasaki. L’evento è stato il culmine di una serie di iniziative. Dopo aver contattato Francesco Foletti, il referente per l’Italia del progetto, si è inviato in Giappone il programma della cerimonia e le iniziative, dedicate alla pace, che verranno organizzate nei prossimi 10 anni, oltre che alla foto del posto deputato alla piantumazione del Kaki e la motivazione della scelta. A Nave il luogo scelto è stato il parco di Villa Zanardelli. Alla Cerimonia di piantumazione della pianticella erano presenti gli studenti delle scuole navensi.
Poesia. Tra le iniziative collaterali è da segnalare un concorso di poesie haiku (poesia senza titolo, di tre versi); ecco il testo del primo classificato composto da Serena Papetti: “Anche l’albero più antico - Si confonde - Nel rosso dell’autunno”. Ci piace concludere con la frase premiata nel concorso, “Una metafora di pace”: “La pace è un albero vivo ed i bambini sono i suoi semi nel mondo”.