Da medico a suora di clausura
Domenica 10 dicembre nel monastero della Visitazione suor Alba Chiara ha fatto la professione solenne
“Suor Alba Chiara!”. “Mi hai chiamato, eccomi, Signore!”. È iniziato così, durante la celebrazione eucaristica, dopo la lettura del vangelo, il rito della professione solenne di suor Alba Chiara, originaria della Valle Camonica ma di fatto “migrante” di città in città con il padre carabiniere. Una chiamata. A chiamare, da parte di Dio e quale rappresentante della Chiesa, è stato il vescovo Pierantonio. A rispondere suor Alba Chiara, che, giunta al termine della formazione iniziale, ha deciso di dire il suo “sì, per sempre”, a Colui che l’ha chiamata, per e nella Chiesa. Un sì maturato a 50 anni, quando Alba Chiara, medico anestesista rianimatore all’Ospedale di Desenzano, ha iniziato il suo cammino nella comunità (13 religiose) delle Visitandine.
La celebrazione. Intorno la corona dei concelebranti, i parenti, i medici già colleghi di lavoro, i tanti amici. Al di là della grata, la comunità, che con gioia e commozione la accoglie come suo membro per il tempo e l’eternità. Dopo l’appello iniziale, il rito si è intrecciato con l’eucaristia, gioiosa e operosa preparazione della via al Signore e consolazione. Temi che il Vescovo ha sviluppato collegandoli al “dono grande” fatto alla Chiesa con la professione solenne, sottolineando fortemente che di dono si tratta. Un dono testimonianza di ciò che è importante nella vita, della bellezza che Gesù sa dare alla vita che si affida a lui. Un dono che indica nel fidarsi di Dio, nel consegnargli il proprio cuore e nel cercare la sua volontà, le condizioni per sperimentare la sua consolazione, e suona così come un invito per ogni battezzato. Ogni momento del rito ha poi una sua intensità e una profondità che restano pur sempre insondabili. Si avverte la presenza di un mistero e il compiersi di qualcosa che eccede dalle categorie comuni. “In perpetuo, per sempre” sono le parole che ricorrono nelle orazioni come nella formula di professione, sono la cifra sintesi di quanto sta accadendo. Poi il Vescovo ha pronunciato la preghiera di consacrazione, con le braccia stese sulla suora. A suor Alba Chiara sono stati consegnati il velo nero, il crocifisso e il cero.
L’amore come motore. Una chiamata a tendere sempre più in profondità a quel puro amore che il fondatore, San Francesco di Sales, ha mostrato come orizzonte e meta, ma anche già sostanza del nostro quotidiano. Un amore che umilmente si incarna nel fare in ogni istante, senza se e senza ma, ciò che piace all’Amato, nel quadro di un vita fraterna intensa, cordiale, vissuta sul registro dell’amicizia e della dolcezza. “Per sempre”, cioè attimo per attimo fino a varcare, in un atto di amore, le soglie del tempo per consegnarsi all’Amore svelato. Per quanto pronunciare un “sì per sempre” a un simile progetto possa sembrare “insensato”, il Monastero della Visitazione testimonia ancora una volta che è pienezza di vita e di gioia.