Con l’Africa nel cuore
Sono una sessantina i giovani bresciani che, individualmente o in gruppo, vivranno o stanno vivendo la loro estate all’insegna della missione in Africa
Sono una sessantina i giovani che, individualmente o in gruppo, vivranno o stanno vivendo la loro estate all’insegna della missione. A elencare numeri e destinazioni è Claudio Treccanio del Centro missionario che tutto l’anno ha accompagnato la formazione i giovani verso questa scelta. “Accompagnare un gruppo di giovani a vivere un’esperienza missionaria– racconta – è molto importante ai fini della riuscita dell’esperienza, perché occorre aiutarli a prendere coscienza di quello che andranno a vivere”. Per questo, racconta ancora Treccani, gli incontri di formazione (8 nel corso dell’anno, ndr) puntano sulla dimensione dell’incontro, della conoscenza di culture e di problemi diversi e sulla conoscenza delle realtà che i giovani bresciani andranno a incontrare.
Cosa muova tanti giovani a vivere l’esperienza in terra di missione è ancora Claudio Treccani a metterlo in evidenza: “Chi accoglie il nostro invito – racconta – lo fa perché spinto dal desiderio di vivere esperienze che possano aiutarlo a uscire da se stesso, dal contesto in cui vive e dalla volontà di aprire gli occhi sul mondo”. Nella definizione delle proposte di viaggio da sottoporre ai giovani il Centro missionario collabora con tutti gli istituti missionari presenti nel Bresciano.
Anche in questo 2018 “la parte del leone” la fa l’Africa. Mozambico (Paese in cui andranno i gruppi di Manerbio e di Nave guidati dai curati don Oscar La Rocca e don Enrico Malizia), Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Malawi e Togo sono le destinazioni indicate a gran parte dei giovani che il 26 maggio scorso hanno ricevuto dalle mani di don Carlo Tartari, da poche settimane vicario per la pastorale e per i laici, il mandato. Altre destinazioni sono l’Argentina e la Grecia. “Quello che di anno in anno colpisce – continua Claudio Treccani – è la varietà delle motivazioni che spingono i giovani a vivere questa estate alternativa: c’è la spinta dell’oratorio, ma anche la ricerca, spesso anche di non credenti, della ricerca, dell’incontro con l’altro. E quando questo accade segna davvero la vita”.